di Marina Crisafi - Divorzio breve al traguardo finale. Dopo l'ok della Commissione Giustizia, il 21 aprile il voto definitivo alla Camera

di Marina Crisafi - Ieri la Commissione Giustizia di Montecitorio ha pronunciato il sì al disegno di legge sul divorzio breve senza apportare modifiche rispetto al testo licenziato dal Senato il 18 marzo scorso (leggi: "Divorzio breve: via libera dal Senato. Ultima parola alla Camera").

Si avvicina, dunque, il momento fatidico dell'approvazione della riforma che dovrebbe approdare in aula il prossimo 21 aprile ed essere votata definitivamente, per diventare legge dello Stato.

Tre gli articoli della proposta di legge che modifica la disciplina sul divorzio, rimasta invariata dal 1970, tagliando i tempi della separazione dagli attuali tre anni a uno, accorciati di ulteriori sei mesi in caso di consensuale, con decorrenza dalla comparizione dei coniugi davanti al presidente del Tribunale.

Ad essere modificati anche i termini per lo scioglimento della comunione dei beni, anticipati al momento in cui il presidente del Tribunale autorizza i coniugi a vivere separati.

Nulla da fare, invece, per il divorzio "lampo" che avrebbe consentito ai coniugi, in assenza di figli minori o maggiorenni con handicap grave, inferiori a 26 anni e non economicamente autosufficienti, di sciogliere il vincolo coniugale in 6 mesi bypassando la separazione, destinato a percorrere il suo cammino autonomo dopo lo stralcio dell'emendamento da parte di palazzo Madama.

Piccola "vittoria", infine, per le disposizioni transitorie, ex art. 3 del ddl che, rispetto al testo originario, precisa che la nuova disciplina si applica "ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore", anche nei casi in cui la separazione risulti ancora pendente.


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