Va bene essere genitori di ampie vedute, ma forse alcuni eccedono un po' troppo. Come nel caso di un padre ed una madre di Roma che hanno permesso alla propria figlia, ai tempi tredicenne, di convivere con il proprio "fidanzatino". Peccato che quest'ultimo avesse il doppio degli anni della fanciulla. La storia è finita in Cassazione, dopo che i due avevano riportato una condanna a tre anni e quattro mesi di reclusione per aver favorito, o comunque per non aver tentato in alcun modo di scoraggiare, i rapporti sessuali tra la minorenne e l'adulto. Come riporta la sentenza i due "consentivano e anzi incoraggiavano la stabile convivenza" con l'uomo, "permettendo ed agevolando i costanti rapporti sessuali tra la minore e l'uomo".

Ma come si è arrivati alla denuncia di questa convivenza proibita? Sono stati gli abitanti stessi del quartiere in cui la coppia viveva a denunciare i genitori e il convivente della ragazza. I genitori però non si sono arresi di fronte alla condanna dei giudici di merito e si sono rivolti alla Corte di Cassazione. I giudici di Piazza Cavour però (con sentenza 33562 della Terza sezione penale), hanno convalidato il verdetto respingendo le motivazioni addotte dai due genitori, secondo cui il "favoreggiamento" dipendeva da una forma di protezione nei confronti della ragazza. Per i genitori infatti si "sarebbe dovuto tener conto della infatuazione della minore per il convivente, che l'aveva indotta anche in seguito al ricovero presso una casa famiglia a fuggire per recarsi da lui".

Per la Cassazione invece la sentenza di condanna "risulta esaustivamente motivata anche in ordine alla violazione da parte degli imputati dell'obbligo di impedire che la figlia, non ancora quattordicenne, avesse abitualmente rapporti sessuali" con un adulto.

Forse la prossima volta i due genitori eviteranno di "supportare" la situazione e di "sopportare" le inquietudini adolescenziali della figlia!

Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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