La petizione lanciata dagli avvocati etnei esce da Facebook per raccogliere adesioni nei tribunali

di Marina Crisafi - Fanno fronte unito gli avvocati d'Italia attorno alla petizione lanciata pochi giorni fa su Facebook dai colleghi etnei per chiedere la "riduzione drastica ed immediata dei costi della Cassa Forense" (leggi: "Avvocati: al via la petizione contro la cassa forense").

Un successo immediato e condiviso che ha portato a crescenti adesioni e che nei prossimi giorni, come annunciato dagli stessi promotori, porterà la petizione fuori dal social, direttamente nei tribunali per raccogliere le firme.

Cosa chiede la petizione

Sotto accusa, nella petizione, si ricorda, sono i costi della cassa previdenziale forense, la cui iscrizione è obbligatoria anche per coloro che hanno appena superato l'esame di abilitazione.

Costi che, scrivono gli avvocati del foro etneo, che hanno lanciato la richiesta (Goffredo D'Antona, Monica Foti, Salvatore Manna, Dario Pruiti, Biagio Tinghino, Francesco Aurichella), solo per gli organi di amministrazione e controllo della Cassa stessa, ammontano a quasi 3 milioni di euro. Una cifra alla quale si arriva sommando "gli emolumenti annuali per le cariche" e cioè, a titolo esemplificativo, i circa 73 mila euro percepiti dal presidente e i 56mila dal suo vice. Agli emolumenti fissi, prosegue la petizione, si aggiungono "i 413 euro a titolo di gettone di presenza".

In un momento di crisi dell'avvocatura evidente per tutti, in cui si assiste a continue cancellazioni dall'albo dei professionisti per difficoltà di ogni tipo, risulta evidente ai firmatari come "simili costi di gestione, sono palesemente inopportuni - e - indecorosi". Il tutto, mentre "molti giovani avvocati ritengono che le somme versate per la cassa mai rientreranno sotto forma di pensione nei loro portafogli". E si parla di "pensioni da fame percepite ad età molto molto avanzata".

Da qui la richiesta di un abbattimento "drastico ed immediato" dei costi di amministrazione e controllo di un ente che ha il compito di assicurare "una vecchiaia serena a chi ha dedicato una vita alla tutela dei diritti".

Le adesioni

La sottoscrizione è iniziata con una pagina evento sui social network, attraverso l'apposizione della firma completa ed il foro di appartenenza.

La pagina ora è diventata un gruppo con oltre un migliaio di membri (oltre al gruppo Facebook TribunaleCatania che si occupa di informare e raccogliere firme) e a breve le adesioni verranno raccolte de visu nei tribunali italiani.

Intanto, a partire da oggi, come riportato da Agrigentoweb, si procederà alla raccolta delle adesioni presso il Tribunale di Agrigento.




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