Il Tribunale di Nuoro ha concesso ad un allevatore sardo l'istituto della messa alla prova. Le associazioni animaliste insorgono

di Marina Crisafi - Poterà le aiuole per 10 mesi l'allevatore sardo che ha ucciso il proprio cane legandolo all'auto e trascinandolo per chilometri. Così ha deciso il giudice del tribunale di Nuoro, Daniela Russo, concedendo l'istituto della messa alla prova all'allevatore di Irgoli, Giuseppe Piredda, che nell'aprile del 2014 provocò la morte del proprio cane, legandolo al gancio di traino dell'auto (alla presenza del figlio minore) e trascinandolo sull'asfalto fino ad ucciderlo, solo perché avrebbe infastidito le pecore del suo gregge.

L'uomo, in base alla decisione, si occuperà del verde pubblico nel comune di Loculi, a pochi chilometri dal paese di residenza, scontando così la pena per l'uccisione dell'animale.

"L'istituto della messa alla prova mira alla rieducazione e alla riabilitazione di chi ha commesso reati di questo tipo - spiega l'avvocato dell'allevatore, Gianfranco Careddu servendo - a far capire a chi sbaglia che si può riparare il danno con apporto fattivo".

La notizia ha fatto insorgere, invece, le associazioni animaliste, Lav su tutte, che con un comunicato diffuso in questi giorni, ha manifestato il proprio dissenso avverso la decisione di fronte ad un reato così efferato. "Ci aspettavamo che il tribunale volesse dare un segnale forte contro i reati in danno agli animali, anche in considerazione dell'aggravante che la violenza fu perpetrata alla presenza di un minore della cui educazione l'uomo era ed è responsabile, ma così non è avvenuto. Chiediamo quindi al pm di impugnare l'ordinanza", dichiara Ilaria Innocenti, responsabile Lav Area Animali Familiari.

La prossima udienza è fissata al 17 ottobre 2017 e in tale occasione, se il comportamento dell'uomo sarà valutato positivamente, il reato sarà estinto.


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