Confermata nella manovra approvata alla Camera, l'equiparazione dei professionisti alle pmi per l'accesso ai fondi Ue

di Marina Crisafi - Porte aperte ad avvocati e liberi professionisti in genere ai fondi dell'Europa. La misura che aveva subito qualche tentennamento, per via di un emendamento presentato al testo del ddl Stabilità nei giorni scorsi (leggi: "Avvocati: addio ai soldi dell'Europa. Dietrofronto sull'accesso ai fondi Ue"), ha trovato conferma nella manovra licenziata da Montecitorio e si avvia al sì definitivo al Senato.

Viene confermata, dunque, nel passaggio alla Camera, la novità introdotta a palazzo Madama che consente l'accesso ai fondi comunitari anche ai liberi professionisti, in quanto equiparati alle piccole medie imprese quali esercenti attività economica dalle norme europee (raccomandazione Ue 2003/361/Ce e regolamento Ue 1303/2013).

In particolare, la misura apre le porte ai fondi rientranti nella programmazione 2014-2020, ossia ai piani operativi Por e Pon del Fondo sociale europeo (Fse) e al Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), facendo rientrare le categorie dei professionisti tra i destinatari delle risorse comunitarie sia dirette che erogate tramite Stati e Regioni.

Ma non solo.

Nel testo licenziato dalla Camera, vengono confermati anche altri interventi messi in campo per il mondo delle professioni. Tra cui rilevano, il ritocco al rialzo alle deduzioni Irap e le misure ad hoc sull'autonoma organizzazione sui medici convenzionati con strutture ospedaliere, ma soprattutto, le soglie più alte di ricavi per l'accesso al regime forfettario (ossia con imposta sostitutiva al 15%) che da 15mila salgono a 30mila (oltre alla possibilità di sfruttare la tassazione ridotta al 5% per i primi cinque anni per chi avvia un'attività) e il congelamento dell'aliquota contributiva al 27% per gli iscritti alla gestione separata Inps.


Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: