Il Consiglio Superiore della Magistratura ha assolto l'operato del pubblico ministero di Napoli che nello scorso mese di febbraio aveva disposto accertamenti sul caso di aborto terapeutico al secondo Policlinico di Napoli. La procura aveva dato il via agli accertamenti dopo una telefonata anonima che aveva falsamente segnalato un caso di infanticidio. L'assemblea in Plenum di Palazzo dei Marescialli ha votato la delibera
di maggioranza che evidenziava come il magistrato avesse disposto accertamenti "congrui ed opportuni rispetto alla situazione che gli era stata rappresentata". Nella delibera si spiega che il pm si e' "limitato a dare suggerimenti tradizionali, addirittura ovvi dai quali nessun pregiudizio sarebbe potuto scaturire" dal bliz della polizia nè per la donna coinvolta nella vicenda nè per le altre persone ricoverate nello stesso reparto. Una proposta di minoranza aveva al contrario sollevato dubbi sulle modalita' dell'operazione disposta dal pm che hanno destato "forti perplessita' e reso incomprensibile lo sconcerto di alcuni dei medici del reparto e della pubblica opinione". Perplessità sono state sollevate in modo particolare sul numero degli operatori di polizia intervenuti e sul periodo un pò troppo lungo di permanenza al Policlinico. Altri dubbi sono stati posti in merito alla audizione di pazienti "in situazione psicologica delicata e senza necessita' ed urgenza, almeno dopo l'accertamento della dinamica dei fatti e l'atteggiamento di contrapposizione all'interno dell'ospedale con il personale del reparto". Secondo la proposta di maggioranza, invece, il blitz della polizia in ospedale sarebbe stato necessario per verificare se era stato commesso un reato. Il pm di turno in tal caso si sarebbbe limitato a dare "suggerimenti tradizionali e addirittura ovvi" che non hanno leso diritti e aspettative delle persone coinvolte nelle indagini.

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