La protesta dell'avvocatura romana nei confronti del nuovo servizio che consente al cittadino di presentare ricorsi di volontaria giurisdizione presso gli sportelli postali

Volontaria giurisdizione alle poste: protesta degli avvocati romani

"L'amministratore di sostegno? Si compra alle Poste come una raccomandata". Esordiscono così gli avvocati dell'ordine di Roma nella protesta contro l'accordo fra Ministero di Giustizia e Poste italiane, nell'ambito del progetto Polis 2021, nella parte in cui prevede la possibilità di chiedere la nomina un amministratore di sostegno compilando un semplice modulo all'ufficio postale.

Il progetto Polis, si ricorda, prevede che dal 6 aprile in via sperimentale, in alcuni comuni prescelti per la fase pilota, i cittadini possono andare direttamente negli uffici postali, anziché in tribunale, per i servizi che riguardano la volontaria giurisdizione.

In particolare, come comunicato dal ministero, "si potrà proporre ricorso per l'istituzione dell'amministratore di sostegno e inoltrare il rendiconto dello stato patrimoniale della persona sottoposta ad amministrazione di sostegno o a tutela".

Il fine è quello di accelerare la "giustizia di prossimità" per consentire "al cittadino di accedere a tutti i servizi che una volta imponevano trasferimenti lunghi e costosi, senza muoversi dal proprio comune di residenza" e in cantiere ci sono anche altri progetti come "il tribunale online".

"Va benissimo la giustizia di prossimità e il fatto di semplificare la vita ai cittadini, permettendo di ottenere ad esempio dei certificati rapidamente - commenta il Presidente dell'Ordine di Roma, Paolo Nesta - specialmente nelle realtà locali più piccole questo sicuramente rappresenta un vantaggio. Quello che ci lascia perplessi invece è quella parte dell'accordo che prevede la possibilità di chiedere la nomina di un amministratore di sostegno con un semplice modulo, come se si trattasse di acquistare dei francobolli, delle raccomandate".

"Ci sono situazioni in cui l'assistenza di un legale è indispensabile proprio per la delicatezza della materia - prosegue Nesta - e incidere in maniera così profonda sullo status giuridico di un cittadino come con la nomina di un amministratore rientra di certo in quei casi. Chi fornisce assistenza? Chi valuta la situazione e spiega le conseguenze ai familiari, chi li assiste? Un impiegato delle Poste? E con quale formazione giuridica? La deriva sembra quella di ridurre via via gli spazi di assistenza tecnico-legale, quasi che l'avvocato fosse un fastidioso orpello non più necessario - aggiunge il Presidente dell'Ordine romano - mentre qui in gioco c'è il diritto dei cittadini a confrontarsi con situazioni tanto complesse conoscendo adeguatamente i propri diritti e doveri".

Di qui la protesta del COA: "Invitiamo il Ministro Nordio, che è persona preparata e sensibile, a rivedere un accordo - conclude Nesta - che in questa parte è stato preparato senza la dovuta accortezza".


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