PENSIERI DIETRO GLI OCCHIALI DA SOLE (pensieri semiseri sotto il solleone). STAGIONE 2.

"La civiltà di un paese si misura dal modo in cui tratta gli animali" (Gandhi)
Il 2013 si sta portando via molti personaggi che hanno fatto la storia del nostro Paese, lottando per quel che credevano. Tra le più recenti della lunga lista mi ha toccato la scomparsa di una grande donna, Margherita Hack; grande non solo per la sua folgorante cartiera da astrofisica, ma anche per le sue ferme ideologie animaliste. Era vegetariana sin dalla giovinezza e convinta assertrice dell'inutilità della sperimentazione sugli animali e della vivisezione.
Fosse ancora in vita sarebbe molto fiera del Senato, di cui lei stessa avrebbe meritato di far parte (persino per un anti-senatori-a-vita come Grillo), per aver fatto un grande passo nella limitazione dell'uso di animali nelle sperimentazioni scientifiche. Non si tratta di un'abolizione vera e propria dell'impiego di esseri viventi nella ricerca, non ancora almeno. Ma il passo fatto è certamente importante per muoversi in questa direzione. La Commissione XIV del Senato ha approvato venerdì scorso il Ddl 587, che contiene un emendamento alla Legge di delegazione europea del 2013 che limita la vivisezione degli animali in favore di metodi alternativi. E lo ha fatto con ben 189 voti favorevoli.
L'emendamento in questione è stato apportato all'articolo 12 della legge che recepisce le direttive europee, quelle della 2010/63, per la precisione, che "proibisce l'allevamento di cani, gatti e primati non umani sul territorio italiano destinati alla sperimentazione animale". L'emendamento approvato è stato scritto da Vittoria Brambilla, ormai più impegnata nel battersi per gli animali che nel governare il Paese (e come darle torto!). La Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell'ambiente, rammenta però che la vittoria è stata frutto della determinazione dei cittadini italiani (come ci rammenta l'Eurispes l'86% è contrario alla vivisezione) più che dell'impegno dei nostri politici. Ma non avevamo dubbi su questo.
Certo, la guerra contro la vivisezione è ancora lontana dall'essere vinta (ora spetta al Parlamento approvare o meno l'emendamento), ma battaglia su battaglia forse si arriverà ad un mondo "vivisection-free". Soprattutto per le valide motivazioni che stanno alla base della lotta a questa pratica.
La mancanza di certezza scientifica: Come ricordato durante la discussione dell'emendamento in Senato, il 92% dei farmaci che hanno superato le prove sugli animali, viene scartato con le prove cliniche sull'uomo (fonte: Food and Drug Administration, USA). Inoltre la percentuale di predittività dei test su animali per l'uomo è solo del 37-50% (fonte: Lancet, 04.06.2011), ed il 43% dei risultati ottenuti sui topi discorda da quelli ottenuti su una specie assai simile come quella dei ratti, e viceversa (fonte: prof. Ames, Università della California). Insomma la sperimentazione animale e la vivisezione non sono strumenti scientificamente certi, pertanto risultano essere crudeli, inutili e dannosi per la salute umana.
La questione etica: Priva del supporto di dati numerici è però indubbio che questa pratica implichi una discussione sulla sua moralità o eticità. Innanzitutto la ricerca della conoscenza non può essere uno scopo che permette di giustificare qualsiasi azione, persino una scienziata come la Hack concordava. Deve invece "essere sottoposta alle ragioni etiche, libera dalla discriminazione arbitraria che permette a chi detiene il potere di dominare i più deboli" , come rammenta la Senatrice PD Silvana Amati (docente universitario di Istologia, ndr). In seconda battuta, e rialacciandomi al ounto precedente, è eticamente scorretto utilizzare cavie che non possano rappresentare in maniera veritiera il modello umano, giacché ne metterebbe a rischio la salute.
Ragioni validissime per pretendere la fine di queste pratiche. Ma poi io mi domando, e temo già di avere una risposta, chi o cosa sarà il sostituto alla sperimentazione sugli animali nel futuro? Sappiamo già che esistono programmi informatici avanzatissimi di simulazione biochimica e fisiopatologica, ma un software non è un essere umano, tanto quanto un ratto o un topo. Non garantirebbe sicurezza. Allora temo che la scienza, rappresentata in questo caso non da una Hack quanto invece da una multinazionale farmaceutica, attingerà le sue cavie da quei milioni di poveri che non hanno diritti. Fantasmi senza voce che nessuno reclamerà. E non credo di avere visioni molto fantascientifiche o apocalittiche, se consideriamo che persino in Svizzera si compiono sperimentazioni ai limiti della legalità su esseri umani, non svizzeri. Penso al bellissimo film "The Millionaire" in cui i bambini delle slums (baraccopoli di Mumbai) vengono rapiti e usati per produrre denaro, trattati senza pietà, persino menomati per poter impietosire i passanti. Queste cose accadono già. Il passo verso la vivisezione di esseri umani inermi è molto, molto breve.
Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: