Il governo ha varato il 3 marzo scorso al Consiglio dei Ministri un decreto legislativo che recepisce la direttiva europea 2009/28, in tema di uso di energia rinnovabile. Obiettivo del decreto è di giungere a una razionalizzazione della giungla di incentivi previsti in favore delle rinnovabili, che oggi ha anche comportato, in alcuni casi, anche a investimenti di pura speculazione, al solo fine di aggiudicarsi gli incentivi del governo
e con il rischio di trovarsi da qui a un paio di anni dinnanzi a una bolla speculativa energetica, tutt'altro che a vantaggio del consumatore finale. Proprio per gravare meno degli oneri degli incentivi i consumatori finali, la materia è stata riordinata, prevedendosi, per il fotovoltaico, un cambio dei criteri a partire dall'1 giugno di quest'anno. Inoltre, per tutelare gli investimenti già compiuti, il governo ha reiterato alla fine del 2016 il ritiro dei certificati verdi, al 78% del prezzo massimo. Obiettivo finale resta la produzione del 17% dell'energia totale, entro il 2020, da parte di fonti rinnovabili e già oggi l'Italia è in prima linea nel settore, rispetto ai competitors europei. Solo una diversificazione delle fonti di approvvigionamento, spiega il Ministro Romani, potrà eliminare il gap dei costi tra noi e l'Europa, che vede la nostra bolletta energetica pesare il 30% in più della media UE, rendendo il nostro sistema meno competitivo.

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