GOGNA è la cinghia del giogo che veniva applicato a chi era alla berlina. E' un prestito dal latino tardo 'iungula' che deriva dal verbo 'iungere', per l'appunto aggiogare. Già nel sanscrito troviamo 'yunakti' e poi nel catalano 'junyir'. Ci ha pensato la bravissima Collega Luisa FOTI con la ricca news del 5 feb '11 a tracciare i confini del DIRITTO DI CRONACA in relazione alla tutela dell'indagato. Infatti, secondo i giudici della Corte di Cassazione artefici della sentenza n°3674, depositata appena il 1° feb '11, "il diritto di cronaca giornalistica, giudiziaria o di altra natura, rientra nella più vasta categoria dei diritti pubblici soggettivi, relativi alla libertà di pensiero e al diritto dei cittadini di essere informati, onde poter effettuare scelte consapevoli nell'ambito della vita associata (…). In pendenza di indagini di polizia giudiziaria e di accertamento giudiziari nei confronti di un cittadino, non può essere a questi riconosciuto il diritto alla tutela della propria reputazione: ove i limiti del diritto di cronaca siano rispettati, la lesione perde il suo carattere di antigiuridicità". La recentissima pronuncia si riferisce alla causa di quel formidabile cronista che risponde al nome di Peter Gomez de "Il Fatto Quotidiano" contro il Presidente del Consiglio in carica. Ovvio che ci si aspetterebbe dai giornalisti pur sempre una gestione cauta e responsabile delle notizie che affluiscono in redazione. Cernita scrupolosa di che cosa è rilevante, cosa, invece, si potrebbe tralasciare, quale impatto può avere una notizia in rapporto all'importanza di darla. Mentre il venerdì sono reduce da uno snervante processo penale per omicidio colposo
terminato alle h.16:30, vado a rilassarmi un po' al mio bar la mattina di sabato 5 feb '11, proprio quando piomba sulla cittadina di provincia un po' bigotta in cui opero una notizia bomba.
Nell'ambito di un'operazione di amplissima portata attuata dalla Guardia di Finanza sul traffico di cocaina internazionale, coordinata da tre Pubblici Ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, è stato eseguito, insieme a molti altri, anche il fermo di un cittadino maceratese; si tratta di soggetto incensurato trovato, stando a quel che riferiscono i quotidiani che si occupano della cronaca locale, in possesso di QUALCHE GRAMMO di cocaina. Il tipo additato in cronaca locale non ha mica contribuito ad abbattere le Torri Gemelle, né ha stuprato e seviziato nessuna donna e, per venire a bomba, si è portati ad escludere che sia uno dei narcos colombiani: il dato di fatto è che pare fosse in possesso di dieci grammi di cocaina. I vari articoli dei quotidiani locali sono corredati di fotografie a colori di significative dimensioni: toh, ma è proprio uno dei miei gommisti!!! Riconosco nei vari fotogrammi quella persona estremamente gentile e disponibile, quel grande lavoratore; transitando avanti all'officina di Via Roma, ch'è una delle vie più trafficate di Macerata, è facile scorgerlo tutti i santi giorni mentre controlla pneumatici da mane a sera. Pericolo di fuga? Nutro grande perplessità: ha troppo lavoro da sbrigare, troppi affezionati clienti da soddisfare. Né sarebbero ipotizzabili un inquinamento
delle prove o la reiterazione del reato per fatti risalenti al febbraio-marzo 2007. Tutte questioni si presume cristallizzate e non più modificabili. Ma sembra che in un'ordinanza di centinaia di pagine che attiene in massima parte alle restanti posizioni indagative, per il gommista la misura cautelare poggia sul solo pericolo di fuga. Ovviamente la parola passa ora al Giudice per indagini preliminari Dott. Enrico PANNAGGI del Tribunale Penale di Macerata che dovrà occuparsi della convalida del fermo. Pur stanchissimo per una settimana di fuoco, cerco di riflettere: viene divulgato e sbandierato con tanto di fotografie a colori, nome, cognome, luogo di lavoro, insomma in tutte le salse (manca il codice fiscale per scongiurare eventuali omonimie), che questa persona è stata arrestata ed è proprio lui, sì, il gommista simpatico e competente, molto noto in Città. Non discuto dell'operazione di contrasto alla criminalità. Ne sono orgoglioso da cittadino italiano e da addetto ai lavori. Ad esempio, apprendo interessanti aspetti dal "Corriere Adriatico" (beninteso, però, non mi riferisco a tale testata, ma in generale a come viene concepita l'informazione locale di provincia; è chiaro che a Milano, a Roma, a Torino, a Napoli una notizia dettagliata sullo sfortunato gommista di turno viene cestinata e sopratutto non viene abbinata a nessunissima foto): "l'organizzazione, stando alla ricostruzione della Finanza, era articolata in 15 gruppi criminali, apparentemente autonomi, ma accomunati nella maggior parte dei casi dall'origine sudamericana dei trafficanti". Il quotidiano precisa che "tra i destinatari dei provvedimenti di fermo ci sono anche un cittadino svizzero, uno spagnolo, un olandese e uno statunitense. La cocaina partiva dalla Repubblica Dominicana, dal Brasile o dal Perù per giungere a Madrid, Parigi, Amsterdam e poi in Italia"; aggiunge un generale della GdF "era un meccanismo che utilizzava le più avanzate e raffinate procedure per far entrare la droga in Italia. I soldi dello spaccio erano poi utilizzati in molti casi per acquistare appartamenti o bar in Sudamerica e Centro America". Stando sempre al "Corriere Adriatico" pare che "per nascondere la cocaina portata in Europa era stato escogitato un sistema singolare: lo stupefacente veniva reso liquido attraverso dei procedimenti chimici; nella sostanza ottenuta venivano, poi, immersi maglioni e giacche. Una volta arrivati a destinazione gli indumenti venivano 'ripuliti' e, con un procedimento chimico inverso, si riotteneva la cocaina in polvere. La droga, per mascherarne l'odore, veniva nascosta anche nel caffè e nei cosmetici. La Guardia di finanza ritiene di avere inferto un durissimo colpo allo spaccio di cocaina nel territorio italiano. E i numeri dell'operazione confermano l'importanza dell'attività investigativa condotta in questi quattro anni. La droga avrebbe anche raggiunto la provincia di Macerata". Quindi, in conclusione, complimenti vivissimi alle Forze dell'Ordine ed ai PM della DDA palermitana. Quel che io oppongo con fermezza è il CLAMORE mediatico che viene impresso al fermo del gommista gentile in un contesto, vale a dire l'indagine denominata convenzionalmente 'Alejandro', in cui sono stati sequestrati 75 chilogrammi di cocaina, sono stati individuati e sequestrati 2 laboratori di raffinazione, sono stati catturati 2 pericolosi latitanti e arrestati in flagranza di reato 37 individui. Quel che mi inquieta è l'abbinamento del gommista competente ad un'indagine di tale vastissima portata; dobbiamo domandarci e domando ai lettori che con sempre partecipe affezione seguono Studio Cataldi: era proprio indispensabile dare la notizia con quell'enfasi accresciuta da foto a colori? Il diritto-dovere di cronaca era intaccato minimamente se si mettevano le iniziali, una sigla, qualche cosa che non ricollegasse immediatamente la vicenda di vastissima portata al gommista? Penso alla famiglia, ai genitori di certo ormai già anziani, alla moglie da poco sposata. Il mio pensiero va anche ad un figlioletto che per ora non ha, ma che dovesse nascere e cliccasse nel 2023 sul nome del padre. Per esperienza: ipotizziamo che nel giro di qualche giorno il gommista venga rimesso in libertà con tante scuse o patteggi una lieve condanna. Chi potrà mai più cancellare il marchio d'INFAMIA derivante da tale ingiustificato e profondamente ingiusto clamore mediatico? In tempo di internet si comincia a discutere di diritto all'OBLIO per non rendere eterno il potenziale discredito; ma si è ancora agli albori. Nel giornalismo s'impone PRUDENZA perché le parole possono essere pietre. Non a caso il mai troppo rimpianto Mario MONICELLI a Macerata girò un film intitolato "PANNI SPORCHI". In un piccolo centro la propalazione di simili notizie ha una nocività potenzialmente superiore. Caro Massimo, io ho appreso dai quotidiani locali come Ti chiami; per me sino a ieri eri soltanto il gommista gentile; non so se sarai prosciolto, assolto o condannato, ma sono certo che le persone intelligenti abbiano capito perfettamente che hai subito un torto fors'anche IRRISARCIBILE: non ci vuole il radar per afferrare che il Tuo non è il classico arresto per droga. Stai tranquillo, non cambia niente; tieni i nervi saldi ed abbi fede nella Giustizia, nei PM di Palermo e marchigiani e nei Giudici che assumeranno le determinazioni sul Tuo caso. Abbi massima fiducia nei Tuoi legali che Ti sono e Ti saranno vicini, tecnicamente ed umanamente. Ho saputo che hai trascorso in relativa serenità la prima notte nel carcere di Camerino, dopo aver udito per la prima volta il clangore dei chiavistelli. Ti è stata attribuita una cella molto grande e gli altri occupanti Ti hanno preparato la branda e pure qualcosa da mangiare. Massimo, appena tornerai al lavoro, se hai un minuto da dedicarmi, vorrei far controllare il battistrada della Scenic che ben conosci. Va ora in pasto ai visitatori del nostro Portale lo spazio del form: è un piacere avere lettori attenti ed appassionati come Voi!
Altri articoli di Paolo Storani | Law In Action | Diritti e Parole | MEDIAevo | Posta e risposta


Scrivi all'Avv. Paolo Storani
(Per la rubrica "Posta e Risposta")
» Lascia un commento in questa pagina
Civilista e penalista, dedito in particolare
alla materia della responsabilità civile
Rubrica Diritti e Parole di Paolo Storani   Diritti e Parole
   Paolo Storani
Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: