di Lucia Izzo - Il Consiglio dei Ministri si è riunito sabato 20 ottobre per tornare a discutere il testo del decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia fiscale. Una riunione che si è resa necessaria dopo lo "strappo" che aveva portato allo scontro tra i due leader dei partiti di maggioranza, Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Di Maio, infatti, aveva accusato una presunta e non ben identificata "manina" di aver manipolato il testo originario prevedendo un "maxi" condono non voluto dai 5 Stelle, nonché lo "scudo penale" per gli evasori. Una manipolazione che, invece, era stata categoricamente esclusa da Matteo Salvini.
Il Consiglio dei Ministri si è riunito, dunque, per riesaminare e approvare un nuovo testo che, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, contiene una formulazione delle disposizioni in materia di dichiarazione integrativa speciale al fine di evitare dubbi interpretativi sul relativo ambito di applicazione.
È emersa la volontà politica di procedere, in sede di conversione del decreto-legge, alla presentazione di ulteriori norme relative alla cosiddetta "pace fiscale" in presenza di situazioni economiche di particolare difficoltà.
Il Consiglio dei Ministri, inoltre, si è occupato anche di discutere la lettera inviata dalla Commissione Europea riguardante la manovra di bilancio.
Condono: cosa cambia?
L'accordo raggiunto in sede di CdM, in primis, prevede di stralciare il c.d. "scudo penale" che aveva fatto infuriare il vicepremier di Maio e scattare l'accusa di una manipolazione da parte di una "manina tecnica o politica".
La precedente versione dell'art. 9 (recante disposizioni in materia di dichiarazione integrativa speciale) stabiliva una sanatoria in relazione a imposte sui redditi e relative addizionali, imposte sostitutive delle imposte sui redditi, ritenute e contributi previdenziali, dell'imposta sul valore degli immobili all'estero, dell'imposta sul valore delle attività finanziarie all'estero, dell'imposta regionale sulle attività produttive e dell'imposta sul valore aggiunto.
Un condono "retroattivo" e riguardante le contestazioni inerenti gli ultimi 5 anni d'importa e con un limite di 100mila euro di tasse non pagate. In particolare, si legge nel testo, "l'integrazione degli imponibili è ammessa nel limite massimo di 100.000 euro per singola imposta e per periodo d'imposta". Si arrivava così a una cifra massima condonabile di 2,5 milioni di euro. Risultato: si sarebbe concesso un vantaggio non da poco agli evasori.
Il nuovo condono, invece, si restringe e viene circoscritto prevedendo un tetto ancora di 100mila euro di imponibile, ma per ogni anno di imposta e non più per singola imposta, dunque non più cumulabile. Eliminata anche la possibilità di regolarizzare i capitali all'estero, nonché il c.d. scudo penale.
Lo scudo si sostanziava nella non punibilità per i reati tributari di dichiarazione infedele, omesso versamento di ritenute e omesso versamento Iva anche connessi a condotte connesse a riciclaggio o impiego di denaro o di proventi illeciti e quelle relative all'autoriciclaggio fino al 30 settembre 2019.
Dovrebbe essere riconfermato, invece, il resto dell'impianto che consente un condono parziale nei confronti di chi ha omesso di dichiarare alcuni redditi in passato e procede all'integrazione delle proprie dichiarazioni: costoro potranno normalizzare la propria posizione e sugli importi che emergeranno si applicherà un'aliquota del 20% ai fini delle imposte sui redditi.
La contropartita per la Lega, invece, sarà l'inserimento in fase di conversione del saldo e stralcio delle cartelle Equitalia, non solo sulle sanzioni, ma anche sul capitale, per i contribuenti "che versano in gravi difficoltà economiche e che hanno presentato la dichiarazione dei redditi.