Il Governo giallo verde annuncia la riforma graduale delle pensioni con l'introduzione della quota 41, quota 100 e opzione donna. Guida alle principali novità in arrivo

di Annamaria Villafrate - Il nuovo Governo sta già elaborando le prime misure per riformare la materia delle pensioni. La promessa di abolire la legge Fornero è tra le finalità di questo esecutivo, anche se dal punto di vista pratico il passaggio al nuovo regime sarà graduale. Le novità più importanti? La quota 100 che permette di andare in pensione se la somma dell'età del lavoratore e degli anni di contributi versati è pari a 100, la quota 41 che tiene conto solo degli anni contributivi, la proroga di opzione donna che anticipa i tempi della pensione delle lavoratrici e infine la nona salvaguardia che conserva le regole dell'ottava per determinate categorie di lavoratori.


Pensioni: cosa dice il contratto Lega Nord - M5S

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"Occorre provvedere all'abolizione degli squilibri del sistema previdenziale introdotti dalla riforma delle pensioni cd. "Fornero", stanziando 5 miliardi per agevolare l'uscita dal mercato del lavoro delle categorie ad oggi escluse. Daremo fin da subito la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma dell'età e degli anni di contributi del lavoratore è almeno pari a 100, con l'obiettivo di consentire il raggiungimento dell'età pensionabile

con 41 anni di anzianità contributiva, tenuto altresì conto dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti. Inoltre è necessario riordinare il sistema del welfare prevedendo la separazione tra previdenza e assistenza. Prorogheremo la misura sperimentale "opzione donna" che permette alle lavoratrici con 57-58 anni e 35 anni di contributi di andare in quiescenza subito, optando in toto per il regime contributivo. Prorogheremo tale misura sperimentale, utilizzando le risorse disponibili."

Legge Fornero: abolizione graduale

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Una delle promesse più importanti fatte dal Governo giallo verde è l'abolizione graduale della legge Fornero. Diversi e mirati gli interventi da mettere a punto, con l'obiettivo di superare le disuguaglianze, senza alterare l'architettura dell'attuale disciplina delle pensioni. Non verranno infatti toccate:

Si procederà però al loro adeguamento, visto che nel frattempo sono cambiate le speranze di vita. Si passerebbe infatti, per la pensione di vecchiaia a a 67 anni di età, mentre per quella anticipata si sposterebbe a 43 anni e 3 mesi di contributi il requisito contributivo necessario per la richiesta.

Addio legge Fornero: cosa cambia?

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L'abolizione o la disapplicazione ad alcune categorie della legge Fornero compererebbero:

  • il mutamento dell'età per la pensione di vecchiaia;
  • il ripristino delle vecchie quote, mantenendo le opportune differenze di requisiti necessari per la pensione tra lavoratori subordinati e autonomi e tra dipendenti pubblici e privati.

Riforma pensioni: le principali novità

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Gli aspetti innovativi della riforma pensionistica sono quelli relativi alla quota 100, alla quota 41, all'opzione donna, alla nona salvaguardia e all'Ape. Le novità relative alla quota 100 e alla quota 41 sono ancora nebulose. In generale queste misure consentono di andare in pensione qualche anno prima, rispetto a quanto previsto dalla disciplina attuale, tenendo conto della carriera personale di ogni lavoratore. Potrebbe accadere però che inizialmente, le misure siano rivolte solo ad alcune categorie di lavoratori o che siano introdotte penalizzazioni. La nona salvaguardia è destinata agli esodati, mentre la proroga dell'opzione donna, in cambio del ricalcolo contributivo permette alle lavoratrici di andare in pensione in largo anticipo.

Pensione a quote: come funziona?

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Il calcolo della quota si ottiene sommando all'età dell'interessato gli anni di contributi versati. Nel caso in cui il risultato della somma non corrisponde a una cifra esatta, per calcolare la quota i mesi devono essere trasformati in decimi. La quota 100 prevede infatti la possibilità di andare in pensione se la somma tra età pensionabile e gli anni di contributi versasti restituisce il risultato di 100. La quota 41 invece permette di andare in pensione se il lavoratore ha versato 41 anni di contributi.

Pensione anticipata quota 41

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La "quota"41, che affianca il meccanismo della quota 100 offre la possibilità di andare in pensione dopo se il lavoratore ha provveduto a versare 41 anni di contributi. L'età del lavoratore, ai fini del calcolo della quota 41 non rileva. Si tratta quindi non di un vero e proprio sistema a quote, perché in questo caso rilevano solo gli anni di contributi versati. Naturalmente la pensione quota 41 sarà essere adeguata alla speranza di vita, con aumenti nella misura di 3 mesi ogni ogni due anni. Diciamo che la possibilità di andare in pensione con un certo numero di anni di contributi è attualmente prevista, anche se è limitata ai lavoratori che:

  • a 19 anni di età avevano già maturato 12 mesi di contributi;
  • risultano iscritti alla previdenza obbligatoria prima del 1996;
  • siano disoccupati e che da tre mesi non percepiscano il trattamento di disoccupazione;
  • come caregiver assistano da un minimo di 6 mesi un familiare convivente entro il 2°grado con un handicap grave;
  • siano invalidi dal 74%,
  • o che abbiano svolto lavori usuranti o gravosi.

Proroga opzione donna

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La proroga opzione donna è una pensione agevolata riservata alle lavoratrici. In questo modo viene data la possibilità alle donne di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro in cambio del ricalcolo contributivo della pensione. Oggi, le donne che vogliono andare in pensione in anticipo possono farlo se:

  • come dipendenti hanno compiuto 57 anni;
  • come lavoratrici autonome hanno compiuto 58 anni e se possiedono 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2015

Attraverso questa misura l'obiettivo è rendere questo trattamento strutturale, per consentire alle lavoratrici con 35 anni di contributo e con 57 anni e 7 mesi o 58 anni e 7 mesi di età (da adeguare in futuro all'aspettativa di vita) di andare in pensione con un certo anticipo.

Nona salvaguardia

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La nona salvaguardia prevede il ritorno delle vecchie regole pensionistiche per impedire che si producano oltre tempo gli effetti negativi della legge Fornero è stata ipotizzata anche la proroga delle salvaguardie. Il nome "nona salvaguardia" nasce dal fatto che, dal 2012 (data di entrata in vigore della Riforma Fornero) sono stati emanati otto decreti di salvaguardia sulle pensioni. La salvaguardia del nuovo Governo non dovrebbe modificare le categorie che hanno beneficiato dell'ottava ossia tutti i lavoratori:

  • in mobilità;
  • autorizzati a versare i contributi volontari;
  • cessati dal servizio;
  • in congedo per potersi occupare dei figli disabili;
  • a termine.

Ape social: verso l'abolizione?

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L'abolizione dell'Ape social, misura di cui possono usufruire solo certe categorie di lavoratori in difficoltà (cassaintegrati, disoccupati o che svolgono mansioni gravose) è prevista a partire dal 2019. Occorre infatti recuperare risorse se si vogliono mettere in atto tutte le misure pensionistiche in programma.


Foto: 123rf.com
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