Ripartito al Senato l'esame del ddl delega che riforma totalmente le misure esistenti in favore di una misura universalistica

di Marina Crisafi - Un assegno universale per i figli a carico, destinato anche agli incapienti e agli autonomi, che sostituisce le attuali, frammentarie, misure esistenti. È quanto prevede il ddl delega Lepri, sul quale la commissione finanze del Senato ha ripreso l'esame dopo diversi mesi (leggi in merito: "Figli a carico: arriva l'assegno universale di 150 euro al mese").

L'obiettivo, visto il consenso registrato, assicura il relatore Moscardelli (Pd), è quello di votare già la prossima settimana, puntando "a chiudere al più presto".

Rimane in ogni caso il nodo risorse, visto che la proposta aggiunge altri 2 miliardi (che diventerebbero 4 a regime) ai 19 che già si spendono oggi per i vari benefici alle famiglie che verrebbero tutti assorbiti dal nuovo intervento.

Ecco cosa prevede il ddl

La proposta è quella di mandare in soffitta tutte le forme esistenti di sostegno e bonus alle famiglie, in favore di un'unica misura, universalistica, per ogni figlio a carico, da percepire fino al compimento dei 26 anni d'età.

Il nuovo strumento prevede un meccanismo a "scalare", garantendo, secondo le stime, 200 euro al mese fino ai 3 anni di età per figlio; 150 euro fino ai 18 anni, e 100 euro al mese fino ai 26.

La misura però sarebbe legata alle soglie dell'Isee. Nello specifico, l'importo sarebbe pieno fino a 30mila euro di reddito, andando poi a diminuire tra i 30mila e i 50mila euro.

Il ddl prevede, inoltre, meccanismi di innalzamento delle soglie (di 5mila euro) per ogni ulteriore figlio a carico, per incentivare la crescita del nucleo familiare.

I vantaggi dell'intervento, che mutua il modello del "child benefit" di origine francese e tedesca, oltre all'equità e alla certezza, si ricollegano anche alla semplicità perché non si avrebbero più una serie di misure diverse.

L'unico nodo, non da poco, rimangono le coperture, che tuttavia, stando alla relazione del ddl, potrebbero individuarsi proprio attraverso il risparmio derivante dall'eliminazione delle misure oggi previste, oltre che da una dotazione complessiva di almeno 2 miliardi nel primo anno e di 4 a regime.

Sul ddl adottato quale testo base dalla commissione (tra le tante proposte) ad ogni modo c'è ampio consenso, spiega ancora Moscardelli, e considerati anche gli allarmanti dati dell'Istat di questi giorni sul calo della natalità nel nostro Paese, il tema è diventato ormai "strategico". Da qui, la convinzione che i tempi saranno molto brevi e che presto si andrà in aula.


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