Si riapre la battaglia legale intrapresa dall'Intesa dei consumatori contro le compagnie di assicurazioni. A rimescolare le carte in tavola due sentenze del Giudice di Pace di Lecce Cosimo Rochira. 'In seguito al cartello anticoncorrenza sull'Rc auto praticato dal 1995 al 2000 dalle imprese assicuratrici -ricorda l'Intesa- la sanzione dell'Antitrust, le decisioni di Tar e Consiglio di Stato fino alla Cassazione, milioni di automobilisti avevano rivendicato la restituzione del 20% delle polizze pagate in quegli anni, e a migliaia stavano arrivando le sentenze favorevoli dei Giudici di pace di tutta Italia. Tutto ciò prima che il Governo
intervenisse con il famoso - e vergognoso - decreto salvacompagnie - che imponeva ai giudici di pronunciarsi non più secondo equità, bensì secondo diritto, rendendo così assai più complicati i ricorsi degli automobilisti e la loro risoluzione'. 'Ebbene, il tentativo del Governo è fallito e le compagnie, -dice soddisfatta l'Intesa- che troppo presto avevano cantato vittoria, sono state nuovamente bastonate. Sono infatti arrivate le prime due sentenze in Italia che puniscono le compagnie di assicurazione anche per diritto e dispongono un risarcimento del 20% delle polizze'. Il Giudice ha disposto la cosiddetta Consulenza tecnica d'ufficio, effettuata da un commercialista di Gallipoli, -spiega l'Intesa dei consumatori- esperto di problemi assicurativi e revisore dei conti. Il professionista attraverso la documentazione e i tagliandini assicurativi, arriva a calcolare tutti gli importi che anno per anno dovevano essere versati in base alla legge sul bonus/malus e tira fuori la differenza esatta di quanto era stato versato in più: attorno al 19 per cento. Di qui la decisione favorevole agli automobilisti. 'Adesso -sostiene l'Intesa dei consumatori- per i consumatori italiani si riapre la strada dei ricorsi al Giudice di Pace
, (oltre a quello già avviato a Roma dall'Intesa per la restituzione del 20% per la mancata riduzione delle polizze in relazione alla minore incidentalità e per il discutibile accordo tra Ania, Marzano e Coalizione) perché i sacrosanti diritti dei cittadini non possono essere cancellati nemmeno da decreti legge ad uso e consumo esclusivo dei potenti'.

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