È stato presentato il 13 aprile scorso a Palazzo Chigi dal Ministro Tremonti e dal Ministro Romani, il decreto attuativo del contratto di rete. Tale decreto prevede l'attuazione del contratto istituito con la legge n. 33 del 9 aprile 2009 e modificato dall'art. 42 della Legge n. 122/2010, di conversione del decreto legge n.78/2010, grazie al quale alle imprese appartenenti ad una delle reti di imprese riconosciute ai sensi dei commi successivi competono vantaggi fiscali, amministrativi e finanziari, nonché la possibilità di stipulare convenzioni con l'A.B.I. Secondo quanto fa sapere il Governo
, l'attuazione del contratto di rete andrà ad accrescere la capacità innovativa e la competitività sul mercato, grazie ad un programma comune di rete. Gli imprenditori collaboreranno in forme predeterminate attinenti all'esercizio delle proprie imprese, o si scambieranno informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica, o ancora ad esercitare in comune una o più attività rientranti nell'oggetto della propria impresa.. Con il contratto di rete, che deve essere redatto per atto pubblico o per scrittura privata
autenticata, due o più imprese si obbligano ad esercitare in comune una o più attività economiche rientranti nei rispettivi oggetti sociali. L'atto deve indicare gli obiettivi strategici e delle attività comuni poste a base della rete che dimostrino il miglioramento della capacità innovativa e della competitività sul mercato; la durata del contratto le modalità di adesione di altre imprese e le relative ipotesi di recesso; l'individuazione di un programma di rete, che contenga l'enunciazione dei diritti e degli obblighi assunti da ciascuna impresa partecipante e le modalità di realizzazione dello scopo comune. "La reti d'impresa - ha dichiarato il Ministro Tremonti - rappresentano un modo per mettere insieme un carattere della nostra impresa, la piccola, autonoma e libera dimensione, con l'esigenza della massa. Quello delle reti è un contratto
tra imprese, che consente alle stesse di presentarsi insieme dal fisco, in banca, all'estero pur rimanendo libere e singole". Si tratta - ha poi dichiarato il Ministro Romani - di "uno strumento di politica industriale che irrobustisce il sistema delle piccole e medie imprese". "È certamente un'iniziativa positiva, che viene incontro ad alcune esigenze delle imprese' ha affermato il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Per ulteriori informazioni, www.governo.it

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