La Corte di Cassazione ha detto basta a l'utilizzo di blog a luci rosse per ricatti sessuali ed ha confemato la condanna per tentata violenza privata nei confronti di un uomo che, dopo il rifiuto alle sue avances da parte di una ragazza che aveva conosciuto in una chat, aveva deciso, per ritorsione, di realizzare un blog in cui si affermava che lei era una prostituta e che riceveva a domicilio. Per la Cassazione (sentenza n.40668/2009) non ci sono dubbi: si tratta di tentata violenza privata
(in origine l'addebito era per tentata estorsione) e sussistono anche i reati di diffamazione commessa per via telematica e di molestie. La ragazza aveva denunciato di essere stata ricattata da un uomo che le aveva chiesto rapporti sessuali minacciando, in mancanza, di rendere noti i suoi dati personali e di descriverla appunto come una prostituta. Lei aveva cercarto di interrompere i contatti ma al suo cellulare arrivavano continue chiamate di persone che, avendo letto le false informazioni su di lei e credendola una vera prostituta le chiedevano rapporti sessuali a pagamento.

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