L'importante sentenza della Cassazione che afferma che il saldo del conto corrente va rideterminato senza anatocismo

Anatocismo legale

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E' preliminarmente importante chiarire che nei rapporti di conto corrente l'anatocismo è legale, nel senso che è legittima la produzione di interessi sugli interessi alla presenza di alcune condizioni.

Ma tale meccanismo di remunerazione, affinché possa essere validamente applicato, è subordinato ad una serie di parametri. In particolare, la delibera CICR del 9 febbraio 2000 di cui all'art. 120, comma 2, t.u.b., prevede che la pattuizione degli interessi attivi e passivi devono avere la medesima periodicità della capitalizzazione, e che, il caso di capitalizzazione infrannuale, deve essere indicato nel contratto il valore del tasso annuo calcolato per effetto della capitalizzazione stessa.

In altri termini, la produzione di interessi sugli interessi maturati nelle operazioni poste in essere nell'esercizio dell'attività bancaria, è legittimo solo a condizione che venga stabilita la stessa periodicità nel conteggio degli interessi creditori (quelli che spettano al cliente) e debitori (quelli che il correntista è tenuto a pagare alla banca) e che, in conseguenza della capitalizzazione infrannuale, la maturazione degli interessi creditori sia effettiva.

Anatocismo illegittimo

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Come predetto è possibile pagare interessi su interessi solo se le Banche applicano pedissequamente quanto previsto dalla normativa sopra richiamata, in caso contrario ricadono nell'anatocismo vietato dall'art. 1283 c.c.

Ovviamente tale applicazione deve essere effettiva e non meramente formale. Non è sufficiente che nel contratto venga semplicemente indicato la pari periodicità degli interessi ma è necessario che venga effettivamente applicata la capitalizzazione.

Pertanto nei casi in cui il tasso di interesse creditore annuo nominale (TAN) è coincidente con quello effettivo (TAE) significa che l'anatocismo è stato applicato in maniera illegittima.

Tanto è stato affermato dalla I sezione della Corte Suprema di Cassazione, con la sentenza del 03/07/2023, n. 18664 (sotto allegata) che pronunciandosi sulla domanda di rideterminazione del saldo del conto corrente, scrive: "l'indicazione, in contratto, di un tasso annuo effettivo dell'interesse creditore corrispondente a quello nominale (e cioè di un tasso annuo dell'interesse capitalizzato coincidente con quello non capitalizzato) rende per un verso priva di contenuto la clausola anatocistica riferita agli interessi attivi - giacché sconfessa, nei fatti, che detti interessi siano soggetti a capitalizzazione - e non soddisfa, per altro verso, quanto esige il cit. art. 6" CICR del 9 febbraio 2000.

La rideterminazione del saldo del conto corrente

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In tutti i casi in cui la Banca non abbia adeguato i contratti di apertura di credito in conto corrente alla normativa vigente ovvero abbia eluso la stessa non applicando in concreto la pari periodicità degli interessi, il correntista può chiedere ed ottenere la rideterminazione del saldo del conto corrente intrattenuto con l'istituto di credito. Ciò significa che tutti i soldi pagati indebitamente, per effetto dell'anatocismo illegittimo, dovranno essere restituiti dalla Banca.

Tale richiesta di rideterminazione può essere fatta sia nel caso di conto corrente ancora attivo sia che esso sia stato chiuso purché da non più di 10 anni. Ovviamente più saranno gli anni in cui è perdurato il rapporto di apertura di credito e maggiori saranno gli importi che la Banca sarà costretta a rifondere all'azienda.

Il controllo del contratto di apertura di credito in conto corrente è fondamentale per comprendere se ed in quali termini la Banca abbia rispettato la normativa vigente in tema di anatocismo. In molti casi è sufficiente la lettura del contratto per stabilire se ci sono i presupposti per richiedere la rielaborazione del saldo del conto corrente.


Avv. Vincenzo Vitale - Avv. Silvia Vitale

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Scarica pdf Cass. n. 18664/2023

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