Il Codice di comportamento etico o codice di comportamento dei dipendenti pubblici è stato introdotto dal Dpr n. 62/2013 per regolare il comportamento dei dipendenti e l'azione amministrativa

Cos'è il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici

[Torna su]

L'esigenza di formalizzare un manuale esplicato, del Nuovo Codice di comportamento dei pubblici dipendenti, è nata dall'ambizione di mettere in condizioni sia i tecnici che ogni cittadino che si interfaccia quotidianamente con le aziende pubbliche e le pubbliche amministrazioni, di essere informato su quali sono effettivamente i doveri e gli obblighi nella gerarchia delle funzioni dei dipendenti, azioni prima di tutto volte al contrasto della corruzione.

Tale raccolta normativa, è uno strumento giuridico efficace per l'acquisizione semplificata di fondamentali nozioni pratiche.

Il Nuovo codice di comportamento dei dipendenti pubblici o denominato anche come Codice di comportamento etico, introdotto con il D.P.R. 16 aprile 2013, n. 62 costituisce, una tra le principali misure di attuazione delle strategie di prevenzione della corruzione a livello decentrato, contenendo norme che regolano in senso eticamente corretto, il comportamento dei dipendenti e l'azione amministrativa. Esso è un elemento essenziale e chi viola tali norme deve essere soggetto a risoluzione o decadenza del rapporto contrattuale con l'amministrazione.

Questa misura è stata introdotta a norma dell'articolo 54 del decreto legislativo

30 marzo 2001, n. 165 e ampliata con l'art. 1 comma 44, della legge sull'anticorruzione, n. 190/2012, che prevede l'emanazione di un Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni al fine di assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura dell' interesse pubblico.

Ogni pubblica amministrazione o società a valenza pubblica, è obbligata a formalizzare sulla base dei parametri contenuti nel Regolamento, un proprio Codice etico e di condotta, come documento ufficiale che contiene l'insieme dei principi cui le stesse operano e chi opera per loro conto.

Le novità del nuovo codice di comportamento etico

[Torna su]

È dato specificare preliminarmente che, il nuovo Decreto del Presidente della Repubblica del 16 aprile 2013, n. 62, abroga e sostituisce il Decreto del Ministro della Funzione Pubblica, del 28 novembre 2001.

Dal punto di vista dei contenuti, nel nuovo codice non viene più previsto il rinvio ai contratti collettivi per il "coordinamento con le previsioni della responsabilità disciplinare" e contiene sostanziali modifiche relativamente all' "Ambito di applicazione" (art. 2), ai "Principi" (art. 3), "Regali, compensi ed altre utilità" (art. 4), alla "Comunicazione degli interessi finanziari e conflitti d'interesse (art. 6), all'"Obbligo di astensione" (art.7), ai "Rapporti con il pubblico" (art. 12).

Inoltre, il nuovo codice prevede altresì:

a) art. 8, l'obbligo per il dipendente di rispettare le misure necessarie alla prevenzione degli illeciti nell' amministrazione revisionando la prevenzione della corruzione, introdotto dalla legge 190/2012;

b) art. 9, l'obbligo del dipendente al rispetto della trasparenza e della tracciabilità ovvero l'obbligo di collaborare nell' elaborazione, reperimento e trasmissione dei dati sottoposti all'obbligo di pubblicazione sul sito istituzionale;

c) art. 13, le "Disposizioni particolari per i dirigenti", previsione questa totalmente nuova seppure richiami altre norme analoghe;

d) art. 14, l'obbligo del dipendente di informare per iscritto il superiore gerarchico apicale della gestione del personale e sull'operato dell'ufficio o dei propri collaboratori;

e) art. 15, la disciplina della vigilanza, del monitoraggio e delle attività formative che nello specifico riguarda l'assegnazione dei compiti di monitoraggio e vigilanza da parte dei responsabili, la presenza di strutture di controllo interne, uffici etici e di disciplina che si avvalgono degli Uffici Procedimenti Disciplinari. Questi uffici procedimenti disciplinari, si devono conformare alle disposizioni della legge secondo quanto stabilito dall' articolo 1, comma 2, lettera d) e possono chiedere alla Autorità nazionale anticorruzione parere facoltativo;

f) art. 16, la disciplina della responsabilità conseguente alla violazione dei doveri del codice;

g) all' art. 17, sono contemplate le disposizioni finali e abrogazioni, relative alla modalità di diffusione del codice di comportamento.

La struttura del nuovo codice di comportamento regolamentato dal D.P.R. n. 62 del 16 aprile 2013.

Il Regolamento che decreta il codice di comportamento etico è tecnicamente strutturato in 17 articoli e, ciascun articolo è ordinato da particolari capoversi che ne disciplinano i criteri generali da adottare per l'attuazione di tale responsabilità dei dipendenti, sia da parte delle singole pubbliche amministrazioni che, da parte delle aziende a valenza pubblica.

I doveri che i pubblici dipendenti devono osservare

[Torna su]

Questo articolo è tecnicamente formato da due capoversi, ove, nel primo capoverso vengono elencati i requisiti richiesti dal Codice di comportamento che i pubblici dipendenti sono tenuti ad osservare:

  • i doveri minimi di diligenza (esempio: l'impegno richiesto dalla legge al dipendente pubblico, di eseguire con le dovute cure e cautele, lo svolgimento della propria attività di servizio in cui è preposto);
  • la lealtà (esempio: obbedire a particolari valori di correttezza e sincerità anche in situazioni difficili, comportandosi seguendo un codice prestabilito o la coerenza comportamentale);
  • l'imparzialità (esempio: tale principio affermato è nell' articolo 97 della Costituzione italiana e rappresenta un enunciato fondamentale che deve guidare la pubblica amministrazione nell' esercizio delle sue funzioni); ed infine,
  • la buona condotta (esempio: un modello comportamentale idoneo previsto e accettato dalle norme che esprimono senso civico).

Ambito di applicazione del Codice di Comportamento

[Torna su]

L'articolo che contiene l'ambito di applicazione del Codice di Comportamento, è formato da quattro capoversi da cui si desumono i soggetti principali destinatari:

  • i dipendenti delle pubbliche amministrazioni;
  • le restanti categorie di personale (esempio: c.d. personale tecnico - amministrativo o di categoria EP, Elevata Professionalità);
  • a tutti i collaboratori o consulenti, con qualsiasi tipologia di contratto o incarico a qualsiasi titolo;
  • ai titolari di organi e di incarichi negli uffici di diretta collaborazione delle autorità politiche;
  • e nei confronti dei collaboratori a qualsiasi titolo di imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore dell'amministrazione;
  • alle Regioni a statuto speciale;
  • alle province autonome di Trento e Bolzano.

Principi generali

[Torna su]

Questo articolo si struttura formalmente con sei capoversi.

Ogni capoverso, detta quei principi generali i quali, il pubblico dipendente deve fare preliminarmente riferimento nel rispetto della legge in relazione alle proprie attività che svolge per il suo ufficio:

  • Osservare preliminarmente la Costituzione caratterizzandosi con il requisito della onorabilità;
  • in via principale, rispettare: i principi di integrità, correttezza, buona fede, proporzionalità, obiettività, trasparenza, equità e ragionevolezza e agire in posizione di indipendenza e imparzialità, astenendosi in caso di conflitto di interessi;
  • non favorire a fini privati l'utilizzo dei dati di cui dispone per ragioni di ufficio;
  • eludere situazioni e comportamenti che possono ritardare il corretto adempimento dei compiti o arrecare danno agli interessi o all' immagine della pubblica amministrazione;
  • esercitare prerogative e poteri pubblici soltanto per le finalità di interesse generale per i quali sono stati conferiti;
  • esercitare i propri compiti indirizzando l'azione amministrativa alla massima economicità, efficienza ed efficacia e la gestione delle pubbliche ai fini dello svolgimento delle attività amministrative deve seguire una logica di contenimento dei costi, che non pregiudichi la qualità dei risultati;
  • tutelare, nei rapporti con i destinatari dell'azione amministrativa, la piena parità di trattamento a parità di condizioni;
  • esimersi altresì, da azioni arbitrarie che possono avere effetti negativi sui destinatari dell'azione amministrativa o che possono comportare discriminazioni basate su sesso, nazionalità, origine etnica, caratteristiche genetiche, lingua, religione o credo, convinzioni personali o politiche, appartenenza a una minoranza nazionale, disabilità, condizioni sociali o di salute, età e orientamento sessuale o su altri diversi fattori;
  • dimostrare la massima disponibilità e collaborazione nei rapporti con le altre pubbliche amministrazioni, salvaguardandone lo scambio e la trasmissione delle informazioni e dei dati in qualsiasi forma anche telematica, nel rispetto della normativa vigente.

Dott.ssa Zaira Niaty

Responsabile Ufficio Legale Territoriale presso Unione Nazionale Consumatori

Contatto: unc.lameziaterme@gmail.com


Foto: 123rf.com
Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: