Il maggiore autore della Costituzione americana, J. Madison, sosteneva che "è necessario limitare la democrazia, per impedire che il potere politico vada ai poveri, che ruberebbero ai ricchi i loro averi"

Il noto Biden ha recentemente dichiarato che il re saudita Bin Salman, mandante accertato dell'assassinio del giornalista Jamal Khashoggi "non è imputabile in quanto Capo di Stato".

Una bestemmia enorme, inconcepibile ed inaccettabile sulle labbra di un responsabile di una nazione civile.
Certamente, che il Nostro non capisca nulla di Diritto è comunque senz'altro comprensibile, atteso che trattasi di un ramo dello scibile praticamente sconosciuto oltreoceano.
Tuttavia, considerate le funzioni svolte ci si sarebbe potuti attendere fosse dotato di una certa infarinatura, almeno a sufficienza da evitare siffatte imbarazzanti figuracce.
Proviamo dunque a chiarirgli alcune nozioni elementari di base.
Fin dai tempi più antichi, l'umanità ha elaborato uno status ontologico denominato "Stato di Diritto".
Tale concetto non è applicabile ai regimi autoritari o teocratici.
Postula infatti l'esistenza di una società civilmente avanzata, cioè genuinamente democratica, formata da individui liberi, che insieme decidono il comune destino.
Li unisce a formare una collettività un complesso di norme - prodotte, in modo diretto o indiretto, da loro medesimi - che fornisce una cornice giuridica che regola le relazioni reciproche in misura da garantire ad ognuno una protezione vicendevole contro "invadenze" altrui.
Ciò significa che ad ogni membro della collettività viene riconosciuto un insieme di diritti intangibili. Ed i poteri che il gruppo sociale attribuisce alle istituzioni sono appunto finalizzati ad assicurare l'effettività sul piano pratico di questa protezione.
Abbiamo detto "riconoscere" per evidenziare che la società prende atto della esistenza di questi diritti e non li attribuisce.
La collettività trova la sua legittimazione nei suoi componenti e non viceversa.
Incidentalmente si può ricordare, come abbiamo già accennato, che, al fine di impossessarsi dei vertici delle istituzioni, e legittimare tale possesso, storicamente si è fatto spesso ricorso a pretese investiture divine, gabellando la propria imposizione con autoqualifiche di eccelsi tutori di prescrizioni trascendenti. Fenomeno riscontrabile ancora oggi nei regimi teocratici (Israele, Stati islamici, ecc.) per i quali, egualmente, non è applicabile il concetto di democrazia.
Nello specifico, che significa dunque "Stato di Diritto"?
E' una qualifica che si attribuisce a quell'organismo statale nel quale ogni membro, indipendentemente da censo, ruolo o funzioni, è egualmente soggetto alle leggi. I membri di siffatta collettività sono "indipendenti" nel senso di autogestiti e dotati di diritti innati loro propri e non attribuiti dalla collettività stessa. Quest'ultima è infatti una creazione, una derivazione dei soggetti formanti il gruppo sociale.
Dobbiamo questo modello strutturale all'antica Roma, che si venne a formare mediante un processo rivoluzionario per l'epoca (che aveva come paradigma unico la struttura tribale, evoluzione del nucleo parentale, con al vertice una autorità assoluta).
Come è noto, Roma si formò invece con l'afflusso di fuoriusciti dalle collettività insediate nella zona, dando vita ad una base sociale formata da soggetti perfettamente paritari, privi di un titolo originario di autorità. Una autorità che venne sostituita con un insieme di norme, approvate e decise dai membri medesimi.
Questa base paritaria costituì il fondamento per la formazione di un corpo di leggi atto a garantire che ad ogni membro della collettività fossero assicurate libertà, indipendenza e pari diritti. Egualmente, tale ordinamento giuridico garantiva che colui/coloro che fossero incaricati temporaneamente di gestire il gruppo fossero soggetti alle sue disposizioni, al pari di tutti gli altri membri della società.
Stato di Diritto, nella pratica, significa una collettività nella quale soggetti eguali formano un complesso di norme che regolano i rapporti reciproci in misura da garantire eguale sicurezza e libertà ad ognuno. Cicerone, limpidamente sintetizzava: "siamo servi delle leggi, per essere tutti liberi" e, aggiungeremmo, tutelati reciprocamente.
Incidentalmente notiamo che, come possiamo agevolmente constatare, non è così in tutto il pianeta.

In Cina, ad esempio, l'evoluzione storica non ha consentito il superamento di un ordine sociale basato su di una dominante autorità centrale. I vertici sono dotati di un potere assoluto che è libera fonte di ogni diritto dei singoli.
Tornando allo Stato di Diritto, deriva dalla sua stessa intima essenza che il relativo vertice, proprio per la sua posizione e ruolo, viene ad essere il primo servitore della legge, ed il primo tutore e garante di questa.
Per Biden, invece (significativamente), il Capo dello Stato è legibus solutus: può fare ciò che vuole, quando vuole, senza rispondere a nessuno. Per vero, non si tratta solo una enunciazione teorica. Basti ricordare la prassi americana di ammazzare - con i droni o con inviati speciali - tutti coloro che sono sgraditi e, quindi, "terroristi" a cominciare dal presunto Bin Laden).

In sintesi, dunque, per l'ordinamento giuridico statunitense, l'omicidio è un efferato e odioso crimine, se a commetterlo è un comune, ordinario, cittadino.

Se, invece, l'omicida è un Capo di Stato (o un suo diretto incaricato), allora non conta: è solo un semplice diversivo.

Da notare che, nel caso, neppure si ipotizza l'esistenza di un qualche presunto "interesse pubblico"; che comunque non giustificherebbe l'atto, ma almeno salverebbe le apparenze.

Attenzione, però, perchè l'impunità vale - comunque - purchè si tratti di un Capo di Stato "amico". Altrimenti non se ne parla nemmeno. Dovesse trattarsi di orribili personaggi a capo di Stati che non collaborano a tutelare gli interessi Usa, allora il gesto sarebbe un atroce e barbaro delitto (v. Putin, Xi Jinping, ecc.).

D'altronde, come si constata, per gli Usa, il Diritto (nazionale e internazionale) è solo il loro interesse. E lo hanno anche dichiarato.
Il noto Clinton ebbe a sintetizzare efficacemente questa posizione dichiarando che gli Usa "faranno ricorso alla forza a loro giudizio per garantirsi l'accesso illimitato alle risorse strategiche, ai mercati chiave ed alle forniture energetiche".
Ed in effetti, ciò è sempre avvenuto, tanto che la Corte internazionale di Giustizia li ha condannati per l'invasione del Nicaragua, E possiamo citare, a caso, una quantità di casi analoghi, come l'invasione di Panama nel 1989, il rovesciamento, nel 2004 del governo legittimo di Jacopo Arbenz in Guatemala, l'invasione dell'Iraq e della Libia, la guerra di Corea, Vietnam, Jugoslavia, ecc. ecc. Ma l'esempio forse più significativo è il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki, quando il Giappone, all'epoca, era già comunque allo stremo. Il massacro di centinaia di migliaia di civili ebbe il solo scopo di testare una nuova arma. E fece seguito anche a massicci bombardamenti con bombe incendiarie (le case giapponesi erano prevalentemente di legno) di tutte le città del Paese. Lo stesso generale americano L. May ebbe a dichiarare: "se avessimo perso la guerra saremmo stati tutti processati come criminali di guerra".
Ma per tornare alla sensibilità democratica tipica degli Usa, possiamo ricordare ciò che il maggiore autore della Costituzione americana, J. Madison, sosteneva apertamente e cioè che "è necessario limitare la democrazia, per impedire che il potere politico vada ai poveri, che ruberebbero ai ricchi i loro averi". Ed infatti, questa strana cosa venne esclusa praticamente dal testo costituzionale. Oggi, il Paese ha due soli partiti, che sono espressione entrambi del potere economico. Non esiste un partito che esprima il volere di lavoratori e classi povere. E ciò provoca elezioni con una partecipazione intorno al 40%.

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