Non si può dichiarare la responsabilità ai fini civili di due medici, accusati dell'omicidio di una donna in stato di gravidanza, se i periti del Pm hanno dichiarato di non condividere la causa dell'infezione

Incerta la causa dell'infezione: sentenza da annullare

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Va annullata per la Cassazione n. 41594/2022 (sotto allegata) la sentenza con cui è stata dichiarata la responsabilità penale di due medici per omicidio colposo sotto il profilo penale per prescrizione del reato e sotto il profilo civile, con rinvio per un nuovo giudizio al giudice competente, alla luce dell'incertezza sulla causa della morte.

Come osservato correttamente e in particolare alla Dottoressa del Pronto Soccorso ritenuta responsabile dell'omicidio di una donna in stato di gravidanza, è evidente il vizio di motivazione in cui è incorso il giudice dell'impugnazione. La sentenza infatti si è uniformata alle conclusioni di un solo esperto del Pubblico Ministero, senza però illustrare le ragioni di tale adesione.

Omicidio colposo donna in stato di gravidanza

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La vicenda processuale che conduce a questa decisione degli Ermellini ha inizio perché una donna in stato di gravidanza muore a causa di un'infezione. A quanto pare il suo medico curante l'avrebbe sottoposta ad amniocentesi senza rispettare i protocolli e prescrivendo dopo l'esame, una cura antibiotica non adeguata. La dottoressa di turno presso il Pronto Soccorso dell'ospedale a cui la donna in stato di gravidanza si era rivolta dopo aver accusato dolori all'addome, avrebbe invece omesso di eseguire i necessari approfondimenti diagnostici e avrebbe dato indicazioni terapeutiche del tutto inadeguate.

Infezione da amniocentesi o escherichia coli ascendente

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I medici vengono ritenuti entrambi responsabili dell'omicidio colposo della donna ma, come evidenziato dalla Dottoressa del Pronto Soccorso nel suo ricorso, sulla base di una sentenza che presenta un evidente vizio di motivazione.

La perizia dei consulenti del Pm su cui si sono fondate le decisioni del Tribunale e della Corte di appello vede i due medici concordi solo su un punto, ossia che la morte è stata provocata da un'infezione.

A parte questa conclusione comune non c'è accordo tra i due medici sull'origine della stessa.

Per uno dei medici l'infezione era da ricondurre alla amniocentesi mal eseguita. Per l'altro invece non ha deve escludersi la possibile origine intestinale ascendente dell'infezione con conseguente passaggio alla membrana uterina. Infezione che, poiché non adeguatamente trattata, ha condotto alla morte prima del feto e poi della mamma.

Leggi anche La motivazione della sentenza

Scarica pdf Cassazione n. 41594/2022

Foto: 123rf.com
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