Bastano le elezioni popolari per la nomina dei vertici istituzionali a far definire uno Stato come democratico?

E' praticamente un assioma. Se in uno Stato sono previste elezioni popolari per la nomina dei vertici istituzionali, allora quello Stato è democratico.

Democratico, come sappiamo, significa che titolare del potere pubblico è tutta la comunità nel suo complesso.

La nostra Costituzione, coerentemente, dopo aver statuito che l'Italia è un Paese democratico, ribadisce che "la sovranità appartiene al popolo".

Questa sovranità sta ad indicare che le decisioni del governo devono eseguire la volontà popolare.

Oggi, peraltro, dobbiamo invece constatare che le scelte del governo non solo sono contrarie alla volontà popolare ma, addirittura, vanno contro gli interessi di base della collettività. Il tutto, per favorire la ristretta cerchia economico-finanziaria del Paese, strettamente integrata a quella mondiale.

Sostenere dunque che l'Italia è un Paese democratico è solo una finzione retorica e, in base al dettato costituzionale, il governo deve dirsi illegittimo, in quanto non rispecchia in alcun modo la sovranità del popolo sancita dalla Costituzione. In effetti, non lo rappresenta per nulla, quasi appartenesse a un altro Stato.

Significativo, del resto, che della volontà popolare nessuno si preoccupi, quando basterebbe una semplice piattaforma web per consentire a tutti, in tempo reale, di esprimere i propri orientamenti permettendo così di disporre di un quadro perfetto delle preferenze della nazione.

Per capire cosa succede, occorre soffermarsi sul processo di formazione delle istituzioni.

A tale scopo, al cittadino è offerta la possibilità di fare delle scelte mediante la scheda elettorale.

Ma ecco che cominciano le incrinature. L'elettore può esprimere preferenze per un0 qualunque dei partiti indicati sulla scheda ma, per i relativi candidati, può scegliere solo tra quelli selezionati dal partito stesso e che lui non conosce minimamente. E chi sono questi candidati? Null'altro che burocrati di partito.

E qui emerge l'ideona: trasformare delle associazioni volontarie di cittadini in organismi burocratici a struttura gerarchica, in modo che i relativi vertici possano averne il completo controllo, eliminando gli eventuali dissenzienti.

E poiché, allo stato, i partiti sono diventati il canale obbligato per arrivare ai vertici delle istituzioni, è sufficiente impossessarsi del partito (ovvero comprarne i vertici) per occupare poi il governo, riempiendo il Parlamento di riciclati, inquisiti e voltagabbana, che, come tali, offrono più sicuro affidamento.

Impossessarsi dei partiti significa, ovviamente, avere in mano il governo. Il premier, per non perdere tempo a spiegare i principi del liberismo a quei quattro ignoranti al vertice dei partiti, è nominato direttamente (vedi Monti e Draghi), con la complicità dei vari Napolitano e Mattarella, calpestando la Costituzione, che però nessuno si preoccupa di far rispettare.

Operazione, questa, che non certo il singolo cittadino può fare, bensì chi dispone di grandi possibilità economiche e del supporto di Think tanks di livello.

Ed ecco dunque che il potere economico ha semplicemente comprato i rappresentanti dei partiti più influenti. Non solo comprati, ma addirittura scelti e allevati con cura tra le personalità più telegeniche, ammalianti e seducenti: i cantastorie più gradevoli, in grado di confezionare promesse e messaggi accattivanti e convincenti. Soprattutto banalità evasive, luoghi comuni, trucchetti e inganni. Cioè, in pratica, di minchionare l'elettorato attirandone i voti.

Una volta eletti, costoro, da fedeli comparse, eseguiranno poi fedelmente le istruzioni che la cupola finanziaria impartirà loro, insieme al compenso pattuito.

Sotto questo aspetto, non vi è alcuna differenza fra i vari partiti: il potere finanziario li ha asserviti tutti.

Le differenze enunciate al pubblico sono solo di facciata e la competizione fra una sigla e l'altra è dettata solo dall'interesse di dimostrare a coloro che contano chi è il più bravo e merita il guiderdone migliore. Della volontà popolare nessuno si preoccupa se non per dichiarare solennemente che verrà rispettata e attuata diligentemente.

E così, tutti i messaggi istituzionali sono grossolanamente mistificatori.

Il popolo deve vivere nella beata e felice convinzione di essere governato da persone oneste e competenti, costantemente impegnate a migliorare il suo benessere (anche se nella realtà è l'esatto contrario).

Tutti i media sono in mano al potere economico e quindi l'operazione travisamento e falsificazione è estremamente facile.

Sappiamo tutti che ripetere molte volte la più solenne sciocchezza la rende verità assoluta.

La soluzione è un movimento popolare che scelga candidati conosciuti e selezionati dalla gente e fra la gente. Per questo, il Movimento 5S, che si ispira a questi principi, è detestato e osteggiato con ogni mezzo, anche con le menzogne più spudorate, in quanto infastidisce l'apparato e rischia di rovinare il sistema di potere instaurato.

Negli Usa, dove la patologia democratica è al massimo livello, il mondo industriale-finanziario ha da tempo deciso di non perdere tempo a cercare gli ometti giusti e provvede direttamente a mettere i propri membri ai vertici istituzionali.

La Fondazione Rockefeller (Standard Oil, per intenderci), ha, ad esempio, tradizionalmente fornito il proprio uomo alla Segreteria di Stato, come il noto Foster Dulles. Robert Mc Namara invece veniva dalla Ford e, come lui, i rappresentanti del mondo industriale e finanziario hanno sistematicamente occupato le cariche dei governi Usa da Truman in poi.

Da noi, un piccolo, recente esempio emblematico del potere del mondo economico sui partiti è fornito dal caso di Bersani (Segretario, si noti, di un partito sèdicente "popolare"). E' stato defenestrato dalla sera alla mattina, senza che la base del partito ne fosse neppure minimamente informata e sostituito,sui due piedi, nello stupore generale, da Letta (parente del noto faccendiere).

L'Esecutivo (tale solo di nome) si è illegalmente impossessato della sovranità popolare e la gestisce in base alle direttive del potere economico.

Dato che le cose sono così ben avviate, ora si punta direttamente al Presidenzialismo, così si accantonano anche le fastidiose obbiezioni formali che qualcuno si ostina a sollevare. E poi il lavoro di costruire una società strutturata per il migliore sfruttamento e la più approfondita speculazione, risulterebbe molto più agevole.

D'altronde, poichè il Parlamento è formato da una massa di lacchè, remunerati con stipendi (incostituzionali) da Paese del Bengodi, l'operazione non presenta ostacoli seri.

La ratifica delle decisioni prese dalla cupola finanziaria, prese il più delle volte senza neppure sapere su cosa sta votando, è automatica. Un sigillo formale che potrebbe essere apposto da un usciere. Con notevole risparmio per le casse pubbliche.

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Foto: 123rf.com
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