Analisi dell'art. 66 Cost e giudizi di valore sull'attuale situazione politica italiana

Presidente della Repubblica

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Mattarella ? Draghi ? Berlusconi (che si è già ritirato dalla corsa)? L'omonimo dello scrivente Casini?

Capire chi tra questi candidati (o, ancora più probabilmente, un nome che non è ricompreso nella lista) salirà al Colle è materia di oracoli.

Si è preferito dunque, dedicare questo articolo all'analisi dell'art. 66 Cost, rubricato "funzioni e poteri del Presidente della Repubblica".

La scelta operata non è casuale, infatti, si è certi che ogni cittadino può documentarsi agevolmente tramite i telegiornali sull'esito delle votazioni e il conseguente Presidente eletto.

Quello che interessa ai fini di questa analisi, invece, è il ruolo del Presidente nella Repubblica nel nostro ordinamento, premettendo che si tratta della massima carica dello Stato a livello istituzionale.

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Funzioni e poteri del Presidente della Repubblica

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Cerchiamo dunque di riassumere brevemente le attribuzioni previste dalla Costituzione per il Presidente della Repubblica:

Il PdR ha il comando delle forze armate italiane, presiede il Consiglio supremo per la politica estera e per la difesa, nomina il Primo ministro tenendo anche conto dei risultati elettorali della Camera dei deputati, su proposta del Primo ministro, nomina e/o revoca i Ministri.

Può anche chiedere al Primo ministro di presentarsi in Aula per verificare la sussistenza del rapporto di fiducia.

Inoltre, autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo. In questo ambito, uno dei ruoli più importanti è svolto anche nella promulgazione delle leggi, che non si riduce ad un mero atto formale, poiché può chiedere una nuova deliberazione "rimandando indietro" alle Camere la legge, motivando la scelta. In caso di nuova approvazione da parte della Camera della legge, questa deve essere promulgata. Sulla scorta di quanto detto sopra emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti del Governo. Parimenti a prima, può chiederne il riesame ma se il Governo li approva nuovamente, il decreto o il regolamento devono essere emanati.

Il Presidente della Repubblica, indice le elezioni delle Camere e ne fissa la prima riunione. Parimenti, indice il referendum popolare nei casi contemplati dalla Costituzione.

Ha facoltà di dialogo con le Camere alle quali può inviare comunicazioni.

Nella più denegata delle ipotesi, ovvero in tempo di conflitto bellico, dichiara lo stato di guerra deliberato dal Parlamento in seduta comune.

E' abbastanza noto che ha potere di concedere la grazia e commutare le pene.

Ha anche il compito di decretare le nomine previste dalla Costituzione e dalla legge.

In chiave diplomatica, accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali previa, quando occorre, autorizzazione delle Camere a procedere in tal senso.

Giudizi di valore

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Da questa rapida analisi emerge chiaramente il ruolo istituzionale del Presidente della Repubblica, che si pone nell'ottica del legislatore costituente come un garante della Costituzione, con un ruolo sostanzialmente di sorveglianza e coordinamento. Interagisce attivamente con le forze politiche, ma si configura come un potere "neutro" rispetto alla tripartizione dei poteri (legislativo, esecutivo o giudiziario).

Sulla scorta del dettato dell'art. 66 Cost. emerge una bipartizione dei poteri Presidenziali, ovvero, un primo gruppo legato ai poteri che incidono sul circuito dell'indirizzo politico di Governo ed una seconda branca legata ai poteri che incidono sul funzionamento dell'ordinamento.

Il ruolo di Presidente della Repubblica è stato rivestito da più persone negli anni che hanno interpretato questo ruolo in maniera diversa, basti pensare, che Cossiga negli anni tra il 1985 e il 1992 ha rinviato alle Camere, a norma dell'art. 74 Cost. ben 22 volte.

Napolitano e Mattarella (gli ultimi due Presidenti in ordine cronologico) hanno adoperato questa scelta soltanto una volta nel corso del loro mandato presidenziale.

Ovviamente, oltre le personalità, rilevano anche i diversi periodi storici che possono giustificare la radicale diversità di questi numeri.

Lasciando da parte la questione politica, bisogna fare i conti con il periodo storico che stiamo vivendo e con la conseguente profonda crisi sanitaria e, soprattutto, economica.

Infatti, è noto che l'inflazione galoppa, le bollette aumentano anche del 50%, la giustizia presenta numerosi profili di criticità e al Paese urgono riforme a vario titolo.

Pertanto, si ritiene che non sia tanto importante lo schieramento che eleggerà questo Presidente, ma chi nella sostanza, verrà eletto.

Serve un vero statista, un uomo o perché no, i tempi sono più che maturi anche per una donna (ancora mai eletta al Colle), che sappia unire in un unico corpo personalità e carattere ma anche misura ed equilibrio.

Se le forze politiche sapranno rinunciare per una volta ai giochi di palazzo in nome del bene comune, è certo che il Paese potrà risollevarsi anche per mezzo di questa scelta, che non è meno importante di come gestire le risorse del PNRR o della riforma della giustizia e del CSM.

Avv. Carlo Casini - Roma, cap 00192, Via Cola Di Rienzo n. 111
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Foto: studiocataldi.it
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