Aperte tre istruttorie del Garante privacy italiano per avere informazioni sull'uso dei droni nelle attività di monitoraggio del territorio e contrasto alla pandemia

Droni a Bari per monitorare assembramenti

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Il Garante Privacy è intervenuto nei confronti di tre iniziative che prevedono con troppa facilità l'utilizzo dei droni. La ratio degli interventi sta nel fatto che l'uso sempre più frequente e per finalità disparate di questi strumenti potrebbe risultare lesivo della riservatezza delle persone riprese. I droni sono stati utilizzati dalle amministrazioni di alcuni comuni per vigilare sul rispetto dalle normative anticovid. Ma davvero questo utilizzo è lecito, o si viola la privacy dei cittadini. Vediamo più da vicino le vicende. Il primo caso riguarda il corretto trattamento dei dati effettuato mediante l'utilizzo di droni con una richiesta di informazioni inviata al Comune di Bari. L'Ente, oltre ai droni usati dalla Polizia locale, ne vorrebbe utilizzare altri per monitorare «assembramenti incompatibili con le limitazioni dovute alla gestione della pandemia da Covid». Sarà lo stesso comune a fornire al Garante, nei successivi 20 giorni, le informazioni richieste (caratteristiche tecniche dei droni, finalità perseguite, tempi di conservazione delle immagini, comunicazioni a soggetti terzi), inviando copia dell'eventuale valutazione d'impatto sulla protezione dei dati prevista dal Regolamento Ue.

Droni a Roma per controllare il territorio

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Lo stesso genere di richiesta era pervenuta qualche settimana fa a Roma Capitale. Secondo notizie di stampa, infatti, dall'autunno prossimo la Polizia Locale di Roma sarà dotata di 9 piccoli droni per il monitoraggio ed il controllo del territorio cittadino (illeciti ambientali, rifiuti abusivi, roghi tossici, abusi edilizi, esigenze di traffico). Con l'avvio dell'istruttoria il Garante intende verificare l'impatto dell'iniziativa sulla privacy delle persone interessate e il puntuale rispetto della normativa in materia di trattamento dei dati. Anche Roma Capitale entro 20 giorni dovrà fornire le informazioni richieste dovrà inviare copia della valutazione d'impatto o specificare i motivi per i quali non ha ritenuto di doverla effettuare.

Droni, il caso delle spiagge di Ostia

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L'ultimo caso riguarda invece una richiesta di informazioni alla Azienda Usl Roma 3 per verificare il corretto trattamento dei dati personali, anche di tipo sanitario, nell'ambito di una iniziativa con la quale l'azienda sanitaria tramite un drone avrebbe voluto rilevare la temperatura corporea a tutte le persone presenti in spiaggia. In questo caso, considerata la delicatezza dei trattamenti di dati personali da effettuare, in assenza di una chiara base giuridica che li possa legittimare, il Garante ha chiesto all'azienda di fornire una serie di chiarimenti. L'azienda dovrà specificare, tra l'altro, chi sia il titolare del trattamento dei dati delle persone sottoposte alla rilevazione della temperatura corporea, i motivi della rilevazione, l'affidabilità degli strumenti utilizzati, le conseguenze previste per chi risultasse avere una temperatura superiore a quella fisiologica, quali informazioni saranno rese agli interessati e come verranno fornite.


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