Il nuovo esecutivo al lavoro per rientro in sicurezza, adeguamento del calendario scolastico. Si punta sugli istituti tecnici

Draghi, rientro a scuola in sicurezza

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«Occorre rivedere il disegno del percorso scolastico annuale. Allineare il calendario scolastico alle esigenze derivanti dall'esperienza vissuta dall'inizio della pandemia. Il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza». Così ieri il premier Mario Draghi nel discorso programmatico in Aula al Senato. E sono stati i giovani, la scuola e l'investimento nella transizione culturale i punti focali dell'intervento del presidente del consiglio. «Dobbiamo fare il possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nel Mezzogiorno in cui la Dad ha incontrato maggiori difficoltà». Senza dimenticare che il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza. E non è escluso che se si dovesse reperire il personale, e riempire le cattedre vuote, l'apertura dell'anno scolastico 2021/2022 potrebbe essere anticipata a inizio settembre.

Draghi, adeguamento del calendario scolastico

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Per quanto riguarda il calendario e l'orario scolastico ha chiarito il premier «Le ragazze e i ragazzi hanno avuto, soprattutto quelli nelle scuole secondarie di secondo grado, il servizio scolastico attraverso la Didattica a Distanza che, pur garantendo la continuità del servizio, non può non creare disagi ed evidenziare diseguaglianze». E, in tal senso, i numeri parlano chiaro: a fronte di 1.696.300 studenti delle scuole secondarie di secondo grado, nella prima settimana di febbraio solo 1.039.372 studenti (il 61,2% del totale) ha avuto assicurato il servizio attraverso la Didattica a Distanza. Per il presidente serve «tornare rapidamente a un orario scolastico normale, anche distribuendolo su diverse fasce orarie». Confermate dunque le indiscrezioni: classi aperte di pomeriggio, se non addirittura nei weekend o per tutto giugno.

Il governo investe sugli istituti tecnici

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Nel suo discorso al Senato il premier ha chiarito che il governo, nell'ottica del Recovery fund, punta sugli istituti tecnici superiori ad alta specializzazione destinatari di nuovi fondi con il Recovery plan. L'obiettivo è un investimento consistente per aiutare il Paese a riequilibrarsi nei confronti del contesto europeo.

Gli Itis, in particolare, sono istituti nati da una decina di anni in Italia con un rapporto diretto col territorio, così oltre l'80% degli studenti diplomati trovano una occupazione. Secondo il premier è necessario investire su questi istituti poiché sarà di circa 3 milioni, nel quinquennio 2019-23, il fabbisogno di diplomati di istituti tecnici nell'area digitale e ambientale.


Foto: 123rf.com
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