I più recenti studi descrivono ancora un SSN in cui i medici scarseggiano e tale circostanza non può che aumentare i rischi di malasanità

Medici: oltre 10mila specialisti in meno

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Uno recente studio dell'Anaao Assomed dipinge un'immagine della sanità italiana molto preoccupante: secondo le previsioni più ottimistiche, entro il 2023 gli ospedali potrebbero trovarsi con circa 10mila specialisti in meno.

Nel periodo 2019-2023, infatti, i pensionamenti dovrebbero essere 32.501, mentre i nuovi ingressi nel sistema sanitario nazionale 22.328.

Oltretutto, rispetto al 2009 i medici specialisti sono già diminuiti di 6.225 unità: considerando che il fabbisogno di sanitari sta addirittura crescendo, lo scenario potrebbe essere ancora più allarmante.

Carenza medici: alla base, lo scarso finanziamento

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Il motivo alla base di tale situazione è, innanzitutto, il finanziamento del SSN, di certo inferiore rispetto alle necessità.

A ciò si aggiungono il blocco del turnover e la crescita dei pensionamenti e il quadro è presto delineato.

Il segretario nazionale Anaao Assomed, Carlo Palermo, chiede quindi, innanzitutto, 1.800 contratti di formazione specialistica in più, da distribuire sui concorsi per l'accesso alle scuole di specializzazione del 2021 e del 2022, per un costo complessivo di circa 1,3 miliardi di euro.

Effetti sulla responsabilità medica

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Volendo fare una riflessione di più ampia portata, il legame tra carenza di medici e responsabilità non è difficile da intuire: i reparti che lavorano in affanno lavorano male e tale circostanza danneggia i pazienti e aumenta esponenzialmente il rischio di non essere assistiti come dovrebbero.

Anche per tale motivo, un ripensamento del sistema non sembra più poter essere differito.

Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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