Il Tribunale di Parma dispone che spetta a entrambi i genitori monitorare con costanza smartphone e pc dei figli minorenni anche attraverso filtri di controllo

Filtri di controllo su pc e smartphone

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I contenuti di Pc e smartphone devono essere monitorati da entrambi i genitori. E' necessario preservare la loro educazione evitando di esporli a contenuti poco adatti alla loro età. Per quanto riguarda i computer invece è necessario che vengano installati gli appositi filtri "parental control" per scongiurare che i minori, soprattutto se già vittime di reati informatici, possano tenere condotte errate dettate da ingenuità e imprudenza.

Questo in sostanza quanto deciso dal Tribunale di Parma, con la sentenza n. 698/2020 (sotto allegata), che ammette esplicitamente i dispositivi di controllo parentale sui dispositivi elettronici più utilizzati dai giovani, soprattutto se dimostrano tutta la loro ingenuità e desiderio di trasgressione, tipico dell'età adolescenziale e non riescono a dissociarsi da condotte sbagliate.

Importante salvaguardare la figura paterna

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La decisione sul controllo dei dispositivi elettronici è solo uno dei punti trattati dal Tribunale di Parma, chiamato a decidere, nell'ambito di una causa di divorzio

, anche la collocazione dei figli presso i genitori, residenti in due città diverse e distanti. Il giudice, dopo attente valutazioni, assunte anche grazie al supporto di un consulente, conclude per la collocazione prevalente dei minori presso la madre. Durante l'estate invece, al termine delle lezioni scolastiche sino all'inizio del successivo anno scolastico, i figli saranno collocati presso la residenza del padre, stante l'importanza di salvaguardare la presenza della figura paterna in termini di continuità e presenza.

Decisione più che ragionevole, visto che i ragazzi "sono entrati nella delicata fase adolescenziale e necessitano della presenza costante e del controllo di un genitore. Peraltro, la (…) dovrà implementare le modalità di supervisione e controllo per contenere le pulsioni trasgressive della prole, in pieno ingresso in età adolescenziale. Dalla CTU

emerge che, mentre L. è ancora in bilico tra l'età infantile e l'ingresso nel turbolento mondo dell'adolescenza, il fratello T. è già entrato a contatto con le dinamiche di trasgressione e di polemica contro il mondo degli adulti. L'episodio dei selfie fa ipotizzare che il ragazzo nutra dei bisogni trasgressivi e che possa aver condiviso con i coetanei degli argomenti su problematiche relative all'identità di genere. Sul profilo della maturità psicologica, i ragazzi appaiono molto responsabili nel campo dello studio, ma forse un po' ingenui nella valutazione dei comportamenti altrui. In particolare, T. sembrerebbe non essere stato in grado di avvertire la non idoneità del relazionarsi con ragazzi con caratteristiche antisociali, come quelli che hanno spedito il materiale pedopornografico."

Figli adolescenti alle prese con filmati pedopornografici

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Dalla sentenza emerge infatti che uno dei gemelli, con altri compagni di classe, è stato vittima di un reato informato messo in atto da terzi tramite WhatsApp. La madre ha segnalato di avere attivato da tempo la protezione parental control e quindi di avere adottato le precauzioni necessarie per tutelare i figli dai pericoli della rete. Controllo che tuttavia si rivela più difficile sull'applicazione Whatsapp.

Dalla relazione del perito emerge, in merito all'episodio suddetto, che i genitori hanno vissuto con dolore e stupore la visione dei filmati presenti nei cellulari dei gemelli, tanto che la madre, dopo averlo appreso lo ha segnato ai Carabinieri, informando di tale iniziativa sia il Ctu che l'ex marito.

Nello specifico i suddetti filmati dal contenuto pedopornografico sono stati inviati da un Gruppo di WhatsApp a cui erano iscritti più di 100 utenti. I gemelli a loro discolpa hanno dichiarato di non essere interessati a quei video e di essere rimasti sorpresi dal fatto che proprio in un chat creata tra amici abbiano ricevuto quel tipo di materiale.

A entrambi i genitori il compito di controllare pc e smartphone

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Per il padre la madre non è in grado di contenere a sufficienza e di dare regole ferme soprattutto ai due figli adolescenti, il Tribunale ritiene al contrario che, stante l'età dei gemelli "I contenuti presenti sui telefoni cellulari dei minori andranno costantemente supervisionati da entrambi i genitori, evitando la comparsa di materiali non adatti all'età ed alla formazione educativa dei minori. La stessa regola vale per l'utilizzo eventuale del computer, al quale andranno applicati i necessari dispositivi di filtro."

Leggi anche I genitori devono controllare i figli su WhatsApp

Scarica pdd sentenza Tribunale Parma n. 698/2020

Foto: 123rf.com
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