Approvata all'unanimità la legge che vuole proteggere i sanitari e che si pone l'obiettivo di prevenire le aggressioni con l'educazione al rispetto

E' legge il ddl che tutela medici e infermieri

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Approvato definitivamente dal Senato il ddl n. 867-B (sotto allegato) contenente le "Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni."

Il testo, composto da 10 articoli è stato fortemente voluto dall'ex Ministra della Salute Giulia Grillo durante il primo Governo Conte.

La nuova legge licenziata all'unanimità al Senato prevede una disciplina organica che non si preoccupa solo di punire chi aggredisce medici e personale sanitario, ma introduce anche misure di natura preventiva e punta molto sull'informazione per educare al rispetto delle professioni sanitarie.

Dal punto di vista soggettivo il testo è rivolto ai medici-chirurghi, agli odontoiatri, ai veterinari, ai farmacisti, ai biologi, ai fisici, ai chimici, agli infermieri, agli ostetrici, ai tecnici sanitari di radiologia medica, alle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, agli osteopati, ai chiropratici, agli psicologi e alle professioni istituite dopo l'individuazione in sede di recepimento delle direttive dell'Unione Europea.

Nasce l'Osservatorio nazionale sulla sicurezza dei sanitari

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Entro tre mesi dall'entrata in vigore della legge un decreto del Ministro della Salute, di concerto con quelli dell'Interno e dell'Economia e Finanze, deve istituire un Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio sanitarie, che deve essere composto per metà da donne, da rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria più rappresentative a livello nazionale, delle regioni, da un rappresentante dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari, da rappresentanti dei Ministeri dell'interno, della difesa, della giustizia, del lavoro e delle politiche sociali, degli ordini professionali, delle organizzazioni di settore, delle associazioni di pazienti e da un rappresentante dell'INAIL.

L'organismo ogni anno deve riferire ai Ministeri interessati in base alle modalità che verranno definite dal decreto del Ministero della Salute.

All'Osservatorio sono riconosciute le seguenti funzioni:

  • monitorare gli episodi di violenza e gli eventi sentinella che possono sfociare in aggressioni o minacce;
  • promuovere studi e analisi per ridurre i fattori di rischio;
  • controllare l'attuazione delle misure di prevenzione e protezione anche promuovendo l'utilizzo di sistemi di video sorveglianza;
  • favorire la diffusione delle buoni prassi in materia di sicurezza anche nella forma di lavoro di équipe;
  • incentivare corsi di formazione del personale sanitario per prevenire al meglio le situazioni di conflitto.

L'Osservatorio acquisisce i dati del fenomeno a livello regionale, anche per valutare le situazioni di vulnerabilità degli ambienti di lavoro e li trasmette all'Agenas. Al Ministero l'onere di trasmettere entro il 31 marzo di ogni anno alle Camere una relazione sull'attività dell'Osservatorio.

Informazione e giornata nazionale di educazione

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Al Ministro della Salute viene affidato il compito di promuovere iniziative informative per educare al rispetto delle professioni sanitarie, di realizzare progetti di comunicazione istituzionale e di istituire una Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio sanitari, per sensibilizzare i cittadini alla condanna di ogni forma di violenza.

Nell'ottica della prevenzione si prevede inoltre che le strutture in cui opera il personale sanitario debbano prevedere nei propri piani di sicurezza dei protocolli operativi con le forze di polizia affinché gli agenti possano intervenire tempestivamente in caso di necessità.

Sanzioni penali per chi aggredisce un sanitario e aggravante

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L'art. 4 del testo prevede l'estensione delle sanzioni previste dell'art. 583 quater c.p., che punisce il reato di lesioni gravi commesse ai danni del pubblico ufficiale a chi le compie ai danni del "personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria nell'esercizio o a causa delle funzioni o del servizio, nonché a chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso, funzionali allo svolgimento di dette professioni, nell'esercizio o a causa di tali attività".

Per gli aggressori è prevista la reclusione da quattro a dieci anni se le lesioni sono gravi, la detenzione da otto a sedici anni se sono gravissime.

Diventa un'aggravante comune agire "nei delitti commessi con violenza o minaccia, in danno degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nonché di chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso, funzionali allo svolgimento di dette professioni, a causa o nell'esercizio di tali professioni o attività."

In caso di percosse, reato punito dall'art 581 c.p, aggravato dall'aver agito nei confronti di un sanitario, si può procedere d'ufficio e non a querela di parte.

Sanzioni amministrative

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Al di fuori dei casi che configurano reato, chi tiene una condotta violenta, ingiuriosa, offensiva o molesta nei confronti di un sanitario, sia che esso operi in strutture pubbliche che private, può essere raggiunto da una sanzione amministrativa minima di 500 euro fino a un massimo di 5.000.

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Foto: 123rf.com
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