Da lunedì via libera all'apertura dei centri estivi, discoteche. Il malcontento dell'associazione italiana degli esercenti cinematografici

di Gabriella Lax - Una ulteriore fase di allentamento delle misure attuate contro il coronavirus prenderà il via il 15 giugno con la riapertura di cinema, teatri e centri ricreativi e centri estivi. Ma restano le regole da seguire. Un massimo di duecento spettatori al chiuso, mille all'aperto e mascherine per il pubblico e per gli artisti. Sono le misure previste dal decreto del 17 maggio scorso per la ripresa di sale teatrali, cinematografiche e da concerto.

Le linee guida del 9 giugno

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L'ultimo documento è aggiornato al 9 giugno e il titolo "Linee Guida per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative". Sono state approvate dalla Conferenza delle Regioni e comprendono le regole per attività che finora non erano ripartite (congressi e grandi fiere, sale bingo e sale gioco, discoteche), sia integrazioni per altri settori già normati (particolari cerimonie che riguardano la ristorazione, cinema e teatri, piscine e palestre, rifugi e ostelli, spiagge, centri estivi, aree giochi per bambini, sagre, guide turistiche e guide alpine, centri benessere) o che avevano bisogno di maggiori specifiche.

Cinema e teatri, le regole da rispettare

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I posti a sedere nei cinema saranno preassegnati e distanziati nel rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale e sia per gli spettatori. Previsto inoltre: mantenimento del distanziamento interpersonale, anche tra gli artisti; misurazione della temperatura corporea agli spettatori, agli artisti, alle maestranze e a ogni altro lavoratore nel luogo dove si tiene lo spettacolo, impedendo l'accesso in caso di temperatura superiore ai 37,5 gradi; utilizzo obbligatorio di mascherine anche per gli spettatori; utilizzo di idonei dispositivi di protezione individuale da parte dei lavoratori che operano in spazi condivisi e/o a contatto con il pubblico.

Ed ancora garanzia di adeguata periodica pulizia e igienizzazione degli ambienti chiusi e dei servizi igienici di tutti i luoghi interessati dall'evento, anche tra i diversi spettacoli svolti nella medesima giornata. Adeguata aereazione naturale e ricambio d'aria e rispetto delle raccomandazioni concernenti sistemi di ventilazione e di condizionamento. Ampia disponibilità e accessibilità a sistemi per la disinfezione delle mani. In particolare, i sistemi devono essere disponibili accanto a tastiere, schermi touch e sistemi di pagamento. Divieto del consumo di cibo e bevande e della vendita al dettaglio di bevande e generi alimentari in occasione degli eventi e durante lo svolgimento degli spettacoli. Utilizzo della segnaletica per far rispettare la distanza fisica di almeno un metro anche presso le biglietterie e gli sportelli informativi, nonché all'esterno dei luoghi dove si svolgono gli spettacoli. Regolamentazione dell'utilizzo dei servizi igienici in maniera tale da prevedere sempre il distanziamento sociale nell'accesso.

Limitazione dell'utilizzo di pagamenti in contanti, ove possibile. Vendita dei biglietti e controllo dell'accesso, ove possibile, con modalità telematiche, anche al fine di evitare aggregazioni presso le biglietterie e gli spazi di accesso alle strutture. Comunicazione agli utenti, anche tramite l'utilizzo di video, delle misure di sicurezza e di prevenzione del rischio da seguire nei luoghi dove si svolge lo spettacolo.

Cinema, le proteste dell'Anec

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La riapertura delle sale cinematografiche con questi sistemi ha suscitato proteste dall'Anec, l'associazione degli esercenti cinematografici che, in una lettera chiarisce «sono stati fatti passi avanti con la deroga al distanziamento interpersonale per la visione con i propri familiari, ma il permanere dell'obbligo dell'uso della mascherina anche dopo aver preso posto in sala rimane incomprensibile. Le misure per le sale cinematografiche impongono il distanziamento di almeno un metro e, così come previsto in altre attività commerciali, si ritiene che al momento della occupazione del posto in sala il cliente possa rimuovere la protezione delle vie aeree, al pari di quanto definito per il settore della ristorazione». L'altro motivo di discordia è il fatto che gran parte dei guadagni arrivano dalle somministrazioni di cibo e bevande «Il permanere dell'obbligo di indossare la mascherina all'interno della sala, durante tutta la visione del film non permette la ripartenza, compromettendo l'esperienza cinematografica del pubblico e minando uno dei cardini chiave dell'economia delle sale cinematografiche. I cinema intenzionati a riaprire la prossima settimana rimarranno chiusi, in queste condizioni».

Discoteche, distanziamento a 2 metri in pista

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Regole quasi proibitive anche per la riapertura delle discoteche. Distanziamento di un metro da fermi, due metri in pista. Si potrà ballare solo all'aperto con capienza di circa metà degli spazi e con modalità talmente difficili da rispettare che molti enti locali hanno già deciso di consentire la riapertura delle discoteche solo come locali da ascolto di musica e intrattenimento, anche se con dj alla consolle. Anche in questo caso vietata anche la vendita di bevande e drink al bancone. I clienti delle discoteche dovranno fare una fila ordinata mantenendo le distanze, ritirare la bevanda e allontanarsi. La capienza dei locali è ridotta praticamente della metà.

Centri estivi per i bimbi

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Aprono anche i centri estivi da lunedì per i bambini con almeno tre anni. Anche in questo caso, apertura in sicurezza e tutte le attività si dovranno svolgere in presenza degli operatori, nelle sedi che sono quelle dei servizi educativi per l'infanzia e nelle scuole. Ingressi scaglionati per evitare gli affollamenti, possibilmente accessi ogni cinque o dieci minuti, verificando inoltre la temperatura dei bambini. Tra le misure previsto che ci si dovrà lavare spesso le mani, si dovrà rispettare la distanza di un metro, non ci si dovrà toccare il viso. Si suggerisce, dove possibile, di sfruttare sempre gli spazi aperti. Resta la necessità di indossare le mascherine in alcuni casi.

I bambini verranno suddivisi in piccoli gruppi, diversificati per fasce d'età. In base all'età dei bimbi, poi, si formeranno i gruppi, con un rapporto minimo tra operatori e bambini da rispettare. Per chi ha tra 3 e 5 anni, il rapporto deve essere di un adulto (quindi un operatore) ogni cinque bambini. Da 6 a 11 anni, il rapporto diventa di un operatore ogni sette bambini. Infine, per gli adolescenti da 12 a 17 anni il rapporto sarà di 1 operatore per 10 giovani.


Foto: 123rf.com
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