Per minimizzare spostamenti e presenze sul luogo di lavoro, il datore di lavoro favorisce anche la fruizione delle ferie e dei congedi

di Gabriella Lax - Con l'avvento dell'emergenza coronavirus per minimizzare spostamenti e le presenze sul luogo di lavoro, il datore di lavoro è tenuto a favorire l'istituzione dello smart working laddove possibile, nonché la fruizione di ferie e congedi. Ad affermarlo è Dpcm 9 marzo 2020, Gazzetta Ufficiale n. 62 del 9 marzo 2020. Già qualche giorno fa, il lavoro agile, il ministro alla PA Dadone ha inviato una circolare per la sua disciplina nella pubblica amministrazione.

Smart working, zero vincoli

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La circolare n. 1 del 2020 (in allegato) riguarda le "Misure incentivanti per il ricorso a modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa". È stato il decreto legge 9 del 2020, per intenderci il secondo decreto sull'emergenza Coronavirus, che ha «superato il regime sperimentale dell'obbligo per le amministrazioni di adottare misure organizzative per il ricorso a nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa con la conseguenza che la misura opera a regime». L'emergenza dà la spinta per attuare previsioni che in teoria sono vigenti dall'agosto del 2015, quando entrò in vigore la legge124/2015, la legge-delega di alcune delle riforme Madia. La circolare si riferisce all'obbligo per le p.a. di adottare misure organizzative per il lavoro agile e a fissare obiettivi annuali per giungere, entro tre anni, ad almeno il 10% dei dipendenti che lo richiedano di avvalersi di tali modalità.

Smart working, cosa è necessario

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Cosa serve per l'attivazione del lavoro agile sarà necessario fornire in modalità telematica al dipendente e ai rappresentati dei lavoratori per la sicurezza, l'informativa sulla sicurezza prevista dall'art. 22 della L. n. 81/2017. Si può utilizzare anche la documentazione Inail. La comunicazione obbligatoria dovrà essere deposita sul portale entro 5 giorni dall'avvio della prestazione di lavoro agile, considerandola trasformazione del rapporto di lavoro.

Ancora le riunioni devono essere limitate e da preferire le modalità di collegamento da remoto con particolare riferimento a strutture sanitarie e sociosanitarie, servizi di pubblica utilità e coordinamenti attivati nell'ambito dell'emergenza COVID-19, garantendo il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro.

Smart working, come attuarlo

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La precedente circolare chiarisce che servirà avvalersi del lavoro agile come forma più evoluta anche di flessibilità di svolgimento della prestazione lavorativa, andando oltre il telelavoro. Da qui la necessità di spingere per l'utilizzo di soluzioni applicative nel cloud, per consentire l'accesso condiviso a dati, informazioni e documenti. In ultimo dovranno essere implementati gli strumenti per la partecipazione da remoto a riunioni e incontri di lavoro (sistemi di videoconferenza e call conference). La circolare spinge l'acceleratore su modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa «anche nei casi in cui il dipendente si renda disponibile ad utilizzare propri dispositivi, a fronte dell'indisponibilità o insufficienza di dotazione informatica da parte dell'amministrazione, garantendo adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete secondo le esigenze e le modalità definite dalle singole pubbliche amministrazioni».Tutto questo presuppone che in molti casi le p.a. non riescano ad andare oltre la forma dell'invito, soprattutto nelle tante pubbliche amministrazioni che finora non si sono seriamente mosse per far partire lo smart working. Anche perché per dare davvero la possibilità ai dipendenti di lavorare da remoto occorre ripensare a fondo le procedure interne.

Smart working e sanzioni

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Che cosa cambia dunque se la normativa era già presente? Dovrebbero intanto partire anche le sanzioni ai dirigenti degli uffici che non si adeguano. Nello specifico si concretizzerebbero in valutazioni negative che finirebbero per colpire la quota di busta paga legata ai risultati. Ma sull'attuazione, da portare avanti «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica», e sul monitoraggio, restano tanti dubbi.

Agevolare ferie e congedi

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La normativa invita le aziende pubbliche e private, fino al 3 aprile 2020, a promuovere la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti dei periodi di congedo ordinario e di ferie. E il consenso del lavoratore non serve.

Scarica pdf circolare smart working 1/2020

Foto: 123rf.com
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