Il Consiglio dei Ministri pronto a varare il decreto di attuazione della Direttiva 2002/2018 sull'efficienza energetica. Ecco le novità in arrivo per i consumatori

di Annamaria Villafrate - Il Consiglio dei Ministri si riunirà martedì 25 febbraio 2020 per predisporre la bozza del decreto necessario a dare attuazione alla Direttiva UE 2002/2018, che modifica la precedente Direttiva 2012/27 sull'efficienza energetica. Tra le principali novità del decreto (sotto allegato), lo spostamento al 2030 dell'obbligo di risparmio energetico, lo stanziamento di più fondi per efficientare gli immobili della Pubblica amministrazione, ma soprattutto news sulla fatturazione basata su consumi effettivi e informazioni più chiare e complete per rendere gli utenti più consapevoli e attivi in materia di consumi e nuovi contatori.

Decreto su risparmio e riqualificazione energetica

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Il 18 febbraio 2020 è stato diramato agli uffici legislativi e a tutte le loro sedi uno schema di decreto che contiene le disposizioni che danno attuazione alla Direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica (EED). Il 25 febbraio, giorno di scadenza della Direttiva, il Consiglio dei Ministri predisporrà una bozza di decreto legislativo per il recepimento della stessa.

In realtà, come chiarisce la relazione illustrativa, le prescrizioni non ancora previste dal nostro ordinamento e contenute nella Direttiva 2012/27/UE sono già state recepite dal dlgs. n. 102/2014. In seguito però, per sanare una procedura d'infrazione relativa al recepimento della EED, è stato emanato il dlgs n. 141/2016 per correggere il precedente dlgs. n. 102/2014. Per cui il nuovo schema di decreto prevede:

  • l'attuazione delle Direttiva UE n. 2018/2002 (EED II) per modificare la direttiva EED (Energy Efficiency Directive);
  • introduce le disposizioni del Regolamento UE 2019/826, anche questo di modifica della Direttiva EED;
  • muta e integra alcune norme del dlgs. n. 102/2014 per correggere i rilievi mossi dalla procedura d'infrazione per quanto riguarda le modalità di ripartizione dei costi dei consumi di calore all'interno dei condomini e per modificare le disposizioni del decreto alla luce delle esperienze maturate fino a oggi. Vediamo quali sono le novità di maggiore impatto.

Obbligo di risparmio energetico fino al 2030

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La Direttiva, che deve attuata dal decreto interno, prolunga fino al 2030 e ai decenni successivi, a meno che la Commissione non disponga diversamente, l'obbligo di risparmio energetico previsto dall'art. 7. Per questo lo schema di decreto prevede nuovi obiettivi di risparmio energetico pari almeno allo 0,8% dei consumi medi di energia finale relativi al periodo 2016-2018, già inseriti nel Piano Nazionale Integrato per l'energia e il clima.

Nuova fatturazione dell'energia termica

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La Direttiva prevede una differenziazione in materia di contabilizzazione e fatturazione dei consumi relativi all'energia termica, diversificandola da quelle di gas ed elettricità. In particolare essa mira a promuovere una fatturazione basata sui consumi effettivi in ambito condominiale, dando rilievo ai temi della contabilizzazione e alla ripartizione delle spese.

Nuovi contatori

Da qui l'integrazione da parte dello schema del decreto, delle prescrizioni su misurazione e fatturazione dei consumi di energia, attraverso l'utilizzo di contatori e sotto contatori leggibili da remoto dal 25 ottobre 2020; con estensioni di tale obbligo ai sistemi di rilevazione dei consumi già esistenti a partire dal primo gennaio del 2027.

Informazioni chiare per un risparmio attivo

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La Direttiva UE favorisce la diffusione di informazioni complete e chiare per fare in modo che gli utenti si attivino e tengano comportamenti virtuosi di risparmio energetico per il riscaldamento e il raffrescamento degli immobili. Da qui, l'indicazione da parte dello schema di decreto dei requisiti minimi in materia d'informazioni sulla fatturazione e sul consumo per il riscaldamento, il raffreddamento e l'acqua calda per uso domestico.

Più fondi per l'efficienza energetica della PA

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Lo schema del decreto dispone lo stanziamento di più fondi del Programma per la riqualificazione energetica degli edifici della PA centrale fino al 2030, portando da 30 a 50 milioni annui la quota proveniente dalle aste CO2. Per un migliore coordinamento degli interventi necessari a rendere più efficienti dal punto di vista energetico gli edifici della PA viene istituita una cabina di regia presieduta dal Ministero dello Sviluppo Economico, dal Ministero dell'Ambiente e da quello delle Infrastrutture e Trasporti.

Scuole e ospedali più efficienti nei limiti delle risorse

Se le risorse destinate al conseguimento del risparmio energetico lo consentono il Mise e il Ministero dell'ambiente possono predisporre programmi specifici per finanziare progetti finalizzati all'efficientamento energetico di scuole, università ospedali, impianti sportivi e case popolari.

Esonero diagnosi energetiche

Lo schema prevede l'esonero delle diagnosi energetiche per le grandi imprese con consumi energetici annuali estremamente bassi e per quelle dotate di schemi EMAS e certificazioni ISO 141001, modifica che fa venire meno il ruolo dell'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).

Finanziamenti a fondo perduto per le imprese

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Lo schema prevede la possibilità di concedere finanziamenti a fondo perduto, ricorrendo al Fondo nazionale per l'efficienza energetica, valorizzando il risultato delle diagnosi al fine di aumentare gli investimenti di capitali privati nell'ambito dell'efficientamento energetico.

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Foto: 123rf.com
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