Il report dell'SCCE della Nato su Internet evidenzia la manipolazione dolosa attraverso i social, le fake news e il falso traffico di like e followers
di Redazione - Con 300 euro si possono comprare 25mila followers. Nel dettaglio, con tale spesa, si possono ottenere 3.530 commenti, 25.750 'Mi piace', 20.000 visualizzazioni e 5.100 follower. È quanto emerge da un esperimento condotto dal Strategic Communications Centre of Excellence della Nato, il centro di eccellenza per le comunicazioni strategiche della Nato, che da anni studia il fenomeno della manipolazione dolosa sui social e delle fake news, nonchè del falso traffico, di like e followers online. Il report Nato, appena pubblicato, ha il fine di misurare quanto le società ancora, nonostante l'impegno profuso, siano fallaci nel contrastare il fenomeno fake.


Report Nato: poco denaro per comprare tanti followers

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I dati, riportati da Adnkronos, mostrano come sia sufficiente una limitata disponibilità di denaro (insieme a una discreta conoscenza dei meccanismi dei social network) per influenzare l'opinione pubblica. "Se il focus dello studio della Nato è ovviamente concentrato su quelle manipolazioni che possano influenzare dolosamente aspetti sistemici dei paesi, le elezioni ad esempio, le risultanze sono allarmanti anche lato economico e commerciale" commenta all'Adnkronos l'avvocato Eugenio Bettella, partner di Rödl & Partner, colosso multinazionale della consulenza legale e fiscale presente con 4900 professionisti in 50 paesi nel mondo.

Il peso degli influencer

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La medesima modalità infatti caratterizza il mercato dell'influencer marketing, ossia la pratica delle aziende di promuovere e vendere i propri prodotti attraverso gli influencer. "L'utilizzo di account o like/traffico falsi per gonfiare il successo delle campagne di social media marketing è una pratica purtroppo oramai significativamente diffusa che in termini economici, a livello globale, vale miliardi di euro" prosegue l'esperto. E soprattutto, "configura una pratica illegale le cui prime vittime sono ovviamente i consumatori, ma anche le imprese sia dal lato della propria reputazione, qualora emergesse agli occhi del pubblico una pratica simile, ma anche a livello di responsabilità civile laddove un giudice intravedesse una commistione tra influencer e impresa committente".

Il vuoto normativo

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Ad oggi, c'è un vuoto normativo in materia in tutta Europa. Mentre negli Usa, la Federal Trade Commission ha recentemente condannato una società per tali pratiche illegali sanzionandola per 2,5 milioni di dollari.

"Da noi attualmente sono le imprese che cercano di tutelarsi presso gli influencer che utilizzano, manlevandosi dalla responsabilità di pratiche illegali, ma la verifica della correttezza non è semplice. In questo contesto - conclude quindi l'esperto di Rödl & Partner - manca una legislazione specifica o comunque delle linee guida regolamentatorie e relative sanzioni, anche solo da parte degli organi di autodisciplina del mercato, che delineino un codice di comportamento per gli operatori a tutela dei consumatori, aziende e mercato".


Foto: 123rf.com
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