I limiti di reddito per il gratuito patrocinio 2019, quali sono i redditi da considerare, come fare domanda, cosa succede in caso di false dichiarazioni
Avv. Marco Sicolo - Il gratuito patrocinio è l'istituto che garantisce l'effettività del diritto di difesa anche per chi non ha i mezzi economici per permettersi di sostenere le spese di un giudizio.

Tale istituto risponde a un'esigenza di rango costituzionale, cioè quella di assicurare ai non abbienti i mezzi per agire e difendersi in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi (v. art. 24 Cost.).

Il limite di reddito per il gratuito patrocinio 2019

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Il limite di reddito per il gratuito patrocinio è stabilito dal D.P.R. 115/02 e il relativo importo viene aggiornato ogni due anni con decreto dirigenziale del Ministro della Giustizia, in base alla variazione, dell'indice dei prezzi al consumo, accertata dall'ISTAT.

Attualmente, il limite di reddito per accedere al beneficio del gratuito patrocinio è fissato in euro 11.493,82 (v. Decreto Min. Giustizia 18.01.2018).

I redditi da considerare

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Il reddito da prendere come riferimento è il reddito annuo imponibile Irpef del richiedente, e si tiene conto anche dei redditi esenti da imposta o soggetti a ritenuta alla fonte o ad imposta sostitutiva, a meno che il giudizio non tratti di diritti della personalità o non comporti conflitto d'interessi tra i vari componenti del nucleo familiare.

A norma dell'art. 76 del citato decreto, se il nucleo familiare del richiedente comprende il coniuge ed altri soggetti, il reddito da considerare ai fini dell'ammissione al beneficio è costituito dalla somma dei redditi di tutti i componenti della famiglia, conseguiti nel periodo di riferimento.

Quando è possibile avvalersi del gratuito patrocinio

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In base al citato D.P.R. 115/02, il gratuito patrocinio, anche noto come patrocinio a spese dello Stato, è assicurato in sede civile, penale, amministrativa, contabile, tributaria e di volontaria giurisdizione (quindi anche, ad esempio, per procedimenti di separazione consensuale o divorzio congiunto).

La difesa è assicurata in ogni grado del processo e anche nella fase esecutiva.

Oltre che per motivi economici, il patrocinio a spese dello Stato è riconosciuto anche in relazione a particolari ipotesi, ad esempio a favore delle persone offese nei reati di maltrattamenti in famiglia, stalking, violenza sessuale, reati a danno di minori.

Quali sono le spese sostenute dallo Stato

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Giova ricordare che, attraverso l'istituto del gratuito patrocinio, lo Stato assicura la copertura delle spese e degli onorari dell'avvocato difensore del soggetto ammesso al beneficio, mentre rimangono a carico di quest'ultimo le spese da pagare alla controparte in caso di soccombenza.

È anche questo il motivo per cui, in sede di presentazione della domanda di ammissione al gratuito patrocinio, il richiedente deve indicare, oltre ai propri dati anagrafici e reddituali, anche tutte le ragioni di diritto e di fatto relative al giudizio da sostenere. In questo modo, infatti, il Consiglio dell'Ordine competente può valutare la fondatezza delle sue pretese e quindi decidere se riconoscere l'ammissione al beneficio.

La domanda per il gratuito patrocinio

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Come accennato, la domanda di ammissione al patrocinio a spese dello Stato va presentata alla segreteria del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati del luogo dove ha sede il giudice competente a conoscere della causa.

La domanda può essere inoltrata con modulo cartaceo o per via telematica (dipende dall'Ordine di riferimento), direttamente dall'interessato o dal suo difensore.

Il Consiglio accoglie o rigetta la domanda nel termine di 10 giorni e ne comunica l'esito all'interessato. In caso di diniego, quest'ultimo può riproporre l'istanza direttamente al giudice competente, che provvede con decreto.

False dichiarazioni sul reddito

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Tra i requisiti da indicare obbligatoriamente nella richiesta di ammissione è importante ricordare quello relativo all'impegno, assunto dall'interessato, a comunicare eventuali variazioni del reddito che possano far decadere il richiedente dal beneficio.

A tal proposito, ricordiamo che il D.P.R. 115/02 dispone che vengano effettuati regolarmente controlli da parte della Guardia di Finanza sui soggetti ammessi al gratuito patrocinio, anche attraverso indagini presso istituti bancari e finanziarie.

In caso di dichiarazioni false o di omissioni, e anche in caso di mancata comunicazione delle variazioni del reddito rilevanti ai fini dell'ammissione al beneficio, il dichiarante può essere punito con la reclusione e una multa fino a oltre 1.500,00 euro.


Per conoscere ogni dettaglio in materia, leggi anche la nostra Guida generale al gratuito patrocinio, con modello per l'istanza di ammissione al beneficio.


Foto: 123rf.com
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