Nel nostro ordinamento l'interesse per l'incolumità pubblica prevale, in linea di massima, sull'interesse della singola persona ad avere una licenza per l'arma
Avv. Francesco Pandolfi - L'Ordinamento giuridico italiano in materia di armi è un po' rigido. In pratica: qualsiasi valutazione dell'amministrazione in materia di rilascio della licenza di porto d'armi è caratterizzata da ampia discrezionalità, dal momento che l'interesse del privato a portare armi è reputato recessivo rispetto all'interesse per l'incolumità pubblica.

La valutazione amministrativa

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Questo concetto fa pensare che il Legislatore (prima Europeo e, poi, nazionale) abbia focalizzato la propria attenzione in prima battuta sui diritti ed interessi di quella parte della Collettività non armata e, in seconda battuta, sugli interessi della restante parte che, invece, ambisce ad una licenza.

Il giudizio discrezionale

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La sussistenza dei requisiti per il rilascio della licenza di porto d'armi è soggetta ad un giudizio discrezionale formulato dall'amministrazione in ordine alla capacità personale di abuso da parte del detentore.

Questo giudizio è molto particolare, in quanto può essere espresso anche in presenza di un solo episodio sintomatico o sospetto.

L'insieme delle valutazioni amministrative tende, essenzialmente, a porre l'attenzione sulla persona del titolare della licenza di porto d'armi, il quale deve assicurare affidabilità circa il buon uso dell'arma.

Queste valutazioni, quando sono ben motivate, si dice che normalmente sono sottratte al sindacato del giudice della legittimità: in pratica, non sono criticabili in causa.

Quando, diversamente, non sono congruamente e logicamente motivate, allora si prestano a critiche e, in ultima analisi, al ricorso avanti il Tribunale amministrativo.

Il caso

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Ultimamente, il Tar Reggio Calabria (sentenza n. 457/19 pubblicata il 17.07.2019) si è occupato dell'argomento.

Accogliendo il ricorso dell'interessato, ha chiarito la questione dell'affidabilità e dei sospetti che possono intaccarla.

Non prima, però, di ricordare che mentre è sicuramente vero che l'interesse del privato a portare armi è recessivo rispetto all'interesse della collettività che non le ha, è altrettanto vero che i provvedimenti presi dall'Autorità devono esprimere coerenza e congruenza, altrimenti possono essere annullati dal giudice.

Un esempio di provvedimento amministrativo labile (e, dunque, annullabile) è quello dove il contenuto dell'atto contrasta, o non tiene conto, del favorevole parere al rilascio della licenza espresso dai Carabinieri.

Parere che, seppur non vincolante per l'amministrazione, richiede però una solida spiegazione da parte del Questore nel caso egli volesse discostarsene.

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Si occupa principalmente di Diritto Militare in ambito amministrativo, penale, civile e disciplinare ed и autore di numerose pubblicazioni in materia.
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