Come ha sottolineato Moscovici procedura scongiurata perché il governo italiano ha risposto alle tre condizioni poste

di Gabriella Lax - Pericolo scampato per l'Italia: non ci sarà nessuna procedura d'infrazione aperta nei confronti del nostro Paese. La Commissione Ue ha deciso di non raccomandare l'apertura della procedura.

Italia salva, niente procedura d'infrazione

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Giornata positiva il 3 luglio per l'Italia inserita nel contesto dell'Unione europea, da un lato è stata accantonata l'idea della procedura d'infrazione e dall'altro, l'italiano David Sassoli è il nuovo presidente del Parlamento europeo, subentrando a un altro italiano, Antonio Tajani (vedi anche Sassoli eletto presidente del Parlamento europeo). Una presidenza nuovamente italiana che non deve stupire se si considerano l'arrivo alla presidenza della Bce della francese Christine Lagarde e della popolare tedesca Ursula Von der Leyen alla Commissione Ue, proprio per un giusto bilanciamento nei ruoli chiave dell'Unione europea tra nazioni più influenti.

Le correzioni che hanno evitato la procedura d'infrazione

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Tornando alla procedura d'infrazione, è stata scongiurata perché il governo italiano ha risposto alle tre condizioni poste. Dunque la procedura per debito non è più giustificata. In particolare, come chiarito in conferenza stampa dal commissario agli affari economici Pierre Moscovici: «Avevamo posto tre condizioni: dovevamo compensare lo scarto per il 2018, quello del 2019 da 0,3 e ottenere garanzie sul bilancio 2020. Il Governo ha approvato un pacchetto che risponde alle nostre tre condizioni, dunque la procedura per debito non è più giustificata». In particolare, dopo la riunione di palazzo Chigi, fondamentale è stata l'approvazione del disegno di legge di assestamento di bilancio e un decreto legge

per congelare fino a ottobre i risparmi derivanti da reddito di cittadinanza e quota 100. Un'operazione da 1,5 miliardi che comporta un calo del rapporto tra deficit e Pil di quest'anno fino al 2,04%, rispetto al 2,4 indicato nel Def 2019. Nello specifico, dal ministero dell'Economia, arriverà un aggiustamento strutturale dei conti pari a 0,3 punti percentuali e quindi una riduzione dell'indebitamento netto di 7,6 miliardi, grazie al risparmio sui fondi non utilizzati per reddito di cittadinanza e quota 100 e con lo spostamento di tutti i risparmi da qui a fine anno verso un miglioramento dei saldi di finanza pubblica.

Le reazioni

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Non aveva mai perso la speranza, il premier Giuseppe Conte che aveva ventilato ottimismo anche nei momenti più difficili, quando sembrava che l'Italia non potesse più recuperare. «Oggi è un giorno importante per l'Italia - evidenzia dal suo profilo Facebook - che porta a casa il risultato che merita. Nessuna procedura di infrazione, l'Europa ci riconosce serietà e responsabilità. Non era facile e in molti erano pronti a scommettere contro di noi. Noi invece abbiamo sempre creduto nel nostro Paese, sulla solidità dei nostri conti pubblici e sulla bontà e sull'efficacia delle politiche adottate dal mio Governo. L'Italia è un grande Paese, credibile, e anche oggi ne abbiamo avuto ulteriore conferma».

Nonostante la buona notizia, il vicepremier Luigi Di Maio coglie l'occasione per tuonare contro il Partito democratico: dopo essersi congratulato col presidente del consiglio per il lavoro svolto ai tavoli europei, afferma «È stata evitata una procedura di infrazione che sarebbe potuta ricadere sul paese, per colpa del Pd. L'Italia non la meritava e l'annuncio di oggi rende giustizia all'Italia e a questo governo - e aggiunge - Siamo riusciti a portare a casa una casella importantissima come quella del commissario Ue alla concorrenza. Andremo dunque a occupare un ruolo fondamentale, perché spetterà a noi vigilare sulla corretta competizione commerciale tra paesi a tutela anche delle nostre imprese e del tessuto produttivo».


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