La polemica sull'abuso d'ufficio accesa dalla proposta del ministro dell'interno Salvini e cosa accadrebbe se il reato sparisse dal codice o venisse depenalizzato

di Annamaria Villafrate - La discussione sul reato d'abuso d'ufficio previsto dall'art. 323 c.p vede Salvini e di Maio su due fronti opposti, anche se il Ministro degli Interni pare esserne ritornato sui suoi passi.

Occasione perfetta per parlare di questo reato dal punto di vista giuridico e comprendere, grazie anche al presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione che cosa accadrebbe se questo illecito penale sparisse dal codice o venisse depenalizzato:

Il reato di abuso d'ufficio

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Abuso d'ufficio sì o abuso d'ufficio no? Prima di addentrarci nella polemica scaturita dopo le dichiarazioni di Salvini di voler abolire il reato di abuso d'ufficio, vediamo cosa dice la legge, ovvero che cos'è il reato di abuso d'ufficio, chi sono i soggetti attivi del reato, quale elemento psicologico è richiesto, quando si realizza la condotta illecita e quali sono le finalità del soggetto che commette questo illecito.

Scendendo nel dettaglio, l'abuso d'ufficio è un reato previsto e disciplinato dall'art 323 c.p, che così dispone: "1. Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico sevizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto è punito con la reclusione da uno a quattro anni. 2. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno un carattere di rilevante gravità."

Ora è evidente, dalla formulazione della norma che si tratta di un reato proprio, perché può essere commesso da un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio, nello svolgimento delle sue funzioni o servizio. Esso si configura nel momento in cui l'attore del reato viola una norma o un regolamento o quando, tramite omissione, violi un obbligo di fare.

Per quanto riguarda poi il fine del reato è di procurare intenzionalmente, ovvero con dolo, un vantaggio patrimoniale a se stesso o ad atri o quando comunque reca un danno ingiusto. La pena base prevista è da un minimo di uno a un massimo di quattro anni, che viene aumentata se il danno risulta particolarmente grave. Finalità della norma quindi, tutelare il buon funzionamento della Pubblica Amministrazione ed evitando che il privato subisca prevaricazioni da parte delle autorità pubbliche.

Salvini: abolire o modificare la norma sull'abuso d'ufficio?

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Non è chiara fino in fondo la decisione di Matteo Salvini sulla volontà di abolire il reato di abuso d'ufficio. Dalle dichiarazioni rilasciate a "Radio Anch'io" pare proprio che il vicepremier voglia depennare questo reato dal codice penale "Io voglio scommettere sulla buona fede degli italiani, degli imprenditori, degli artigiani, dei sindaci ed invece oggi c'è una burocrazia e una paura di firmare atti, aprire cantieri, sistemare scuole, ospedali (…)" ha dichiarato. "Bisogna togliere burocrazia, togliere vincoli, aprire cantieri. Se per paura che qualcuno rubi blocchiamo tutto allora mettiamo il cartello affittasi ai confini dell'Italia e ci offriamo alla prima multinazionale cinese che arriva. Se uno ruba - ha concluso - lo metto in galera, ma non possiamo per presunzione di colpevolezza bloccare tutto."

Dichiarazione che però contrasta con un'altra rilasciata ai cronisti che lo hanno intervistato a Palermo nella quale afferma: "Sono d'accordo con Cantone e Conte. L'abuso d'ufficio va rivisto. Io voglio mettere in galera i ladri, ma voglio che sindaci, funzionari pubblici, presidenti e associazioni di volontariato possano lavorare tranquillamente".

Insomma abolire l'abuso d'ufficio o mettere mano alla norma per modificarla per evitare, come emerge dalle parole di Salvini, il blocco dei cantieri a causa della burocrazia?

La risposta di Di Maio sull'abuso d'ufficio

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Di contrario avviso sulla questione dell'abolizione è il Ministro Di Maio:"Il reato di abuso d'ufficio esiste quando un incaricato di pubblico servizio, un dirigente o un politico ad esempio, nello svolgimento delle sue funzioni fa qualcosa che, intenzionalmente, procura a sé o ad altre persone a lui vicine un vantaggio ingiusto, arrecando ad altri dunque un danno. Volete un esempio? Un sindaco, un ministro, un presidente di Regione o un qualsiasi altro dirigente pubblico che fa assumere sua figlia per chiamata diretta, invece di convocare una selezione pubblica e dare a tutti la possibilità di ambire a quel posto di lavoro (….) Non è togliendo un reato che sistemi le cose (….) o è forse un modo per chiedere il voto ai condannati o per salvare qualche amico governatore?"

Si dice contento quindi quando apprende l'apparente passo indietro di Salvini che parla di revisione della norma, una bella differenza in effetti tra "abolire" un reato e "rivederlo".

Depenalizzare l'abuso d'ufficio: quali conseguenze?

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Sulle possibili conseguenze di una depenalizzazione o abolizione del reato di abuso di ufficio, si è espresso anche il presidente dell'Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone.

Per il presidente in effetti, sono pochi i procedimenti per abuso d'ufficio che arrivano a una sentenza di condanna, la maggior parte si chiude con l'assoluzione o l'archiviazione. Più che depenalizzare o abolire il reato quindi, sarebbe il caso d'individuare più dettagliatamente le condotte da perseguire penalmente, per evitare di bloccare le amministrazioni.

La sua posizione pare porsi esattamente a metà strada tra il pensiero di Di Maio, per il quale l'eliminazione o la depenalizzazione del reato di abuso lascerebbe ancora più spazio di manovra ai corrotti e Salvini, che vuole sburocratizzare la Pubblica amministrazione e far ripartire i cantieri.

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Foto: 123rf.com
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