La nuova disciplina sull'assegno divorzile all'esame del Senato: i parametri che il giudice dovrà prendere in considerazione e l'abbandono del criterio del tenore di vita precedente. Temporaneità dell'assegno di divorzio
Avv. Marco Sicolo - È in corso in questi giorni in Parlamento l'iter di approvazione della nuova legge che modificherà la disciplina dell'assegno di divorzio. Tra le principali novità previste dalla normativa, che andrà a incidere sul dettato dell'art. 5 della l. 898/70, approvata nei giorni scorsi dalla Camera e ora all'esame del Senato, figurano la temporaneità dell'assegno e l'abbandono del tenore di vita precedente come criterio per la quantificazione dell'importo dovuto.


La riforma dell'assegno di divorzio

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La nuova disciplina, se, come sembra, verrà approvata in questi termini, è destinata ad accogliere le chiare e già consolidate indicazioni della più recente giurisprudenza di Cassazione.

Le norme in corso di approvazione si traducono, in sostanza, in un notevole cambiamento nel modo di concepire la vita dei coniugi dopo il divorzio. L'obiettivo della disciplina sull'assegno non sarà più quello di mantenere immutate, per un tempo indefinito, le condizioni economiche che caratterizzavano la vita dei coniugi in costanza di matrimonio, quanto piuttosto quello di garantire un adeguato sostentamento al coniuge più debole economicamente, e solo finché perduri l'inadeguatezza delle sue risorse.

Assegno di divorzio: i parametri previsti dalla riforma 2019

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I parametri che guideranno il giudice nella liquidazione dell'assegno di divorzio fanno riferimento a una serie di fattori che tendono a valorizzare il carattere assistenziale della misura, ma anche a riconoscere e premiare l'impegno del coniuge che, per adempiere ai doveri derivanti dal matrimonio, abbia sacrificato parte del proprio percorso formativo e professionale.

Inoltre, il giudice dovrà prendere in considerazione anche la durata del matrimonio stesso, l'età e lo stato di salute del coniuge richiedente e le condizioni personali ed economiche in cui ciascuno dei due soggetti si trova al momento dello scioglimento del vincolo. Andrà valutato anche il comportamento tenuto da ognuno dei coniugi in relazione al venir meno della comunione spirituale e materiale.

Dal punto di vista più strettamente economico, l'importo dell'assegno di divorzio deve tenere conto anche del contributo offerto da ciascun coniuge alla formazione del patrimonio comune e di quello altrui. Inoltre, rileva non più solo il reddito, ma anche il patrimonio attuale a disposizione del richiedente.

Infine, il giudice dovrà prendere in considerazione anche l'impegno necessario per chi abbia in cura figli della coppia ancora non indipendenti dal punto di vista economico.

L'abbandono del criterio del tenore di vita

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Come si vede, perde completamente importanza il criterio del mantenimento del tenore di vita goduto in costanza di matrimonio, sulla scorta delle ben note sentenze di Cassazione n. 11504/2017 (c.d. sentenza Grilli) e SS.UU. n. 18287/2018.

Ciò che si vuole evitare, in poche parole, è che il matrimonio possa essere considerato uno strumento per "sistemarsi" economicamente, anche una volta venuto meno il vincolo con il divorzio.

E la funzione primariamente assistenziale del nuovo assegno di divorzio è ribadita dalla previsione della sua provvisorietà. Il giudice, infatti, potrà predeterminare la durata dell'obbligo di versare gli alimenti alla controparte, quando la ridotta capacità reddituale di quest'ultima sia dovuta a situazioni temporanee e superabili. In pratica, se appare prevedibile che il richiedente possa trovare lavoro o, ad esempio, sia prossimo a percepire la pensione, non vi sarà ragione per prolungare l'obbligo di assistenza in capo all'ex coniuge.

La temporaneità dell'assegno di divorzio

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Non solo. Il nuovo progetto di legge, che è già passato a larga maggioranza alla Camera ed è ora all'esame del Senato, chiarisce che il diritto all'assegno di divorzio si perde in caso di nuove nozze, di unione civile e di convivenza, anche non registrata. E si tratta di perdita irreversibile, dal momento che tale diritto non riemerge neanche in caso di cessazione della relazione con il nuovo partner.

Infine, va segnalato che la disciplina prevista dalla nuova legge, una volta entrata in vigore, sarà applicabile anche alle controversie attualmente in corso.

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