Dopo quasi 10 anni la Corte di Cassazione da' ragione alla Polizia Municipale di Bari in un contenzioso per multe non pagate. La vicenda parte da una sentenza emessa dal Giudice di Pace di Bari nel 2003. Un'automobilista, che aveva commesso diverse infrazioni (5 verbali, tra cui un semaforo rosso ed una mancata precedenza, tra il 1997 ed il 1998), decide di non pagarle e di proporre ricorso al Prefetto
, che lo respinge, e di insistere con un nuovo ricorso al Giudice di Pace. Il 10 dicembre 2002 quest'ultimo lo accoglie in quanto, essendo il veicolo sottoposto ad un fallimento, la richiesta di pagamento doveva essere rivolta all'organo fallimentare incaricato della procedura concorsuale, e non al proprietario dell'auto. Il Comando di Polizia Municipale ricorre in Cassazione, tramite l'Avvocatura del Comune, che fa chiarezza sull'intera vicenda. Secondo la Suprema Corte e' emersa una inammissibile incongruenza tra quanto scritto negli atti di causa e i motivi della decisione del Giudice di Pace. Secondo la Cassazione, infatti, non e' stato neanche specificato di che tipo di procedura concorsuale si trattasse e quale tipo di attivita' imprenditoriale effettivamente svolgesse il conducente abituale del mezzo. Dopo quasi 10 anni quest'ultimo dovra' ora pagare le sanzioni e le spese processuali a favore del Comune.

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