In Iran l'avvocato e scrittrice è stata condannata a 38 anni di carcere senza poter conoscere le accuse che le vengono mosse. L'appello e il sostegno dell'Aiga

di Gabriella Lax - Una condanna a a 38 anni di carcere e 148 frustate senza nemmeno poter conoscere le accuse che le vengono mosse. Una storia incredibile quella di Nasrin Sotoudeh, avvocato, scrittrice e attivista di Teheran, da sempre impegnata nella tutela dei diritti umani, in un territorio difficile come l'Iran. Una situazione a cui l'Aiga (Associazione italiana giovani avvocati) non può rimanere indifferente.

Aiga, appello per Nasrin Sotoudeh

«La notizia della sua condanna è stata diffusa pochi giorni fa, dal marito, sui social network; la professionista, 55 anni, se riuscirà a sopravvivere alla pesantissima pena corporale inflittale, dovrebbe uscire dal carcere iraniano poco più che novantenne» si legge in una nota dell'Aiga. L'associazione si è subito mobilitata, chiedendo al Ministro degli Affari Esteri Moavero Milanesi una presa di posizione ferma e decisa in favore di Nasrin che, «con spirito di abnegazione e sacrificio, ha fatto della lotta per i diritti umani

un baluardo della sua professione, condannando una giustizia che si mostra nella sua illogica volontà di mortificare e mistificare il più banale senso di umanità - per l'Aiga, prosegue la nota - in uno Stato di diritto, non è ammissibile la condanna di un avvocato colpevole solo di aver adempiuto al proprio mandato di difensore, tenuto conto che la professione forense è l'unico vero strumento che garantisce ai cittadini la difesa dei propri diritti». Si noti che la stessa Iran, mediante l'adesione (1976) al Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici stipulato dalle nazioni Onu «ha in un certo qual modo riconosciuto l'esistenza delle libertà civili e politiche in capo all'essere umano libero, realizzabile attraverso la creazione delle condizioni che permettano a ciascuno il godimento dei propri diritti civili e politici; l'atteggiamento repressivo assunto nei confronti dell'Avv. Nasrin Sotoudeh, tuttavia, rende la sottoscrizione di questo patto internazionale carta straccia».Nel 2019 non è più accettabile l'esistenza di stati in cui non vengano garantiti i diritti fondamentali dell'uomo. Ciò è ancora più assurdo se i diritti vengono negati a un Avvocato, che quotidianamente lotta per garantire giustizia ai miseri, agli afflitti, ai più deboli, ai non difesi.
In conclusione, i Giovani avvocati italiani auspicano che «in Iran, così come in altri territori caratterizzati da una forte repressione delle libertà fondamentali, venga al più presto ristabilita la democrazia, cosicché difendere una donna perché ha deciso di ribellarsi, pacificamente, a una cultura che non condivide, non sia più considerato reato. I Giovani Avvocati dell'AIGA sono tutti con la Collega Nasrin Sotoudeh!».


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