Slitta di ben due anni la riforma degli indici bancari di riferimento (Euribor). Ecco cosa cambia per i mutui

di Gabriella Lax - Il nuovo Euribor sarà in vigore tra due anni. Slitta la riforma degli indici bancari di riferimento che coinvolge anche gli Euribor che regolano i mutui a tasso variabile di migliaia di famiglie italiane. Conseguentemente, viene rimandato anche l'arrivo di Ester, il parametro pronto a sostituire Euribor e che avrebbe dovuto essere operativo dall'autunno prossimo.

Mutui, slitta di due anni la riforma dell'Euribor

Per Euribor s'intende l'interesse medio delle transazioni finanziarie tra le principali banche dell'eurozona ossia il prezzo che le banche danno ai soldi, come in un mercato. L'Euribor costituisce inoltre l'indicatore di riferimento per la maggior parte dei mutui.

Come ricorda il Sole 24 ore, la proroga sino al 31 dicembre 2021 è stata accordata dall'Unione europea per permettere "ai fornitori di 'benchmark critici' di conformarsi ai nuovi requisiti del regolamento. Nell'attesa dei due anni, le banche avranno più tempo per adattare i propri prodotti ai nuovi tassi "ibridi".

Un respiro di sollievo per l'intero mondo finanziario, considerando che a quel parametro e all'Eonia restano ancora indicizzati prestiti per un valore di 2.900 miliardi di euro e strumenti di debito per ulteriori 360 miliardi fra titoli di Stato, bond bancari e aziendali. La proroga nasce dalla decisione dell'Unione che ha lasciato tempo fino al 31 dicembre 2021 ai fornitori di "benchmark critici" affinché possano conformarsi ai nuovi requisiti del regolamento, introducendo anche due anni supplementari per il riconoscimento o l'approvazione dei parametri prodotti al di fuori dell'euro (quindi in valute differenti). Una decisione quella dell'Unione stabilita congiuntamente all'accordo politico raggiunto dal Parlamento

europeo e dagli Stati membri su una nuova generazione di benchmark legati alle emissioni di carbonio, necessari per contribuire a rafforzare gli investimenti in progetti e attività sostenibili Regole che Parlamento e Consiglio Ue devono ancora approvare formalmente: di qui la necessità di un arco temporale maggiore che la Bmr concede anche a Eonia ed Euribor.

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