È uno degli emendamenti presentati dalla maggioranza sulla riforma delle pensioni contenuta nel testo del decreto sul reddito di cittadinanza in discussione in Parlamento

di Gabriella Lax - Le mamme potranno andare prima in pensione. È questo uno degli emendamenti presentati dalla maggioranza sulla riforma delle pensioni contenuta nel testo del decreto sul reddito di cittadinanza in Parlamento per la conversione in legge.

Mamme, fino a un anno di pensione anticipata

L'emendamento proposto dalla Lega ha l'obiettivo di agevolare le lavoratrici mamme che potranno andare in pensione con leggero anticipo rispetto all'età standard, in relazione al numero dei figli: valgono 4 mesi l'uno fino a un totale di 12 mesi.

Secondo l'emendamento (che fa parte dei 1600 già proposti): «È riconosciuto alla lavoratrice un anticipo di età, rispetto al requisito anagrafico di accesso alla pensione di vecchiaia ed alla pensione anticipata, pari a quattro mesi per ogni figlio e nel massimo di dodici mesi».Ma non finisce qui. In alternativa la lavoratrice potrà scegliere la determinazione della quota di pensione, calcolata secondo il sistema contributivo, con applicazione del moltiplicatore relativo all'età di accesso al trattamento pensionistico, maggiorato di un anno in caso di uno o due figli, e maggiorato di due anni in caso di tre o più figli.

Gli altri emendamenti al decreto sul reddito di cittadinanza

Insieme a quello sulla pensione anticipata per le mamme ci sono altri 1600 emendamenti sul tavolo.

Tra i principali quello presentato dal M5s che prevede una maxi sanzione per chi utilizza lavoratori in nero che percepiscono il reddito di cittadinanza. Sempre sul rdc, la richiesta della Lega di poterlo rinnovare «una sola volta per un periodo pari alla prima erogazione». Sempre dalla Lega altre due richieste per beneficiare del reddito, ossia che almeno uno dei componenti del nucleo familiare

«abbia corrisposto, nei dieci anni precedenti, imposte e contributi da lavoro, in un qualsiasi importo e per almeno 24 mesi, anche non continuativi» e che, ogni mese, all'Inps l'attestato dell'adempimento degli obblighi prima dell'accredito mensile del reddito. In aggiunta, il M5S chiede, in caso di dimissioni volontarie, l'esclusione dal beneficio solo per il disoccupato, per 12 mesi dalla data delle dimissioni volontarie, e non l'intera famiglia. Un'altra proposta amplia la revoca del beneficio non solo a terroristi e mafiosi ma anche a chi è stato condannato per «delitti contro l'ordine pubblico, di eversione dell'ordine democratico, scambio elettorale politico-mafioso, strage e truffa ai danni dello Stato». Ancora dal Movimento l'estensione degli incentivi all'assunzione dei percettori del reddito di cittadinanza anche ai datori di lavoro domestico, con agevolazioni solo a condizione che i datori di lavoro domestico «non recedano dal rapporto di lavoro, fatto salvo il recesso per giusta causa».

C'è poi un pacchetto di emendamenti, firmato dalla Lega, che chiede di dare priorità, nel programma del reddito di cittadinanza, alle famiglie con disabili. Ed ancora, sempre dalla Lega, la proposta di un anno di servizio civile obbligatorio per i richiedenti il reddito di cittadinanza che abbiano tra i 18 ed i 28 anni. La norma si applicherebbe a chi non abbia già svolto il servizio civile universale e richiede una «presenza media settimanale di 25 ore».


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