Arriva l'accordo tra Lega e Movimento 5 Stelle riguardo alle aperture domenicali dei negozi che mette da parte la liberalizzazione totale stabilite dal governo Monti

di Gabriella Lax - Dopo tante polemiche c'è l'accordo tra Lega e Movimento 5 Stelle riguardo alle aperture domenicali dei negozi che mette da parte la liberalizzazione totale stabilita dal governo Monti. Il testo base della proposta di legge è stato depositato dal relatore Andrea Dara (Lega) in commissione Attività produttive della Camera. Passato questo esame il ddl arriverà a Montecitorio.

Negozi aperti solo 26 domeniche all'anno

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Questo accordo è una sorta di compromesso: basta alle aperture senza distinzioni di domeniche e festivi. La proposta è che siano concesse di base aperture per la metà delle domeniche, 26 su 52, e deroghe per altri giorni di serrande alzate nelle festività nazionali, quattro su 12 (laiche e religiose). In tutto quindi si arriva al massimo fino a 30 aperture "extra". Le date delle aperture "standard" saranno scelte dalle Regioni, dopo aver sentito le associazioni di categoria e i sindacati: ugualmente, regione per regione, stabilirà le festività in cui gli esercizi potranno lavorare.

Negozi aperti la domenica ecco le eccezioni

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Ci sono però delle eccezioni a queste regole, in primis, i centri storici, a partire dalle grandi città, che saranno esenti vincoli, così come i negozi di vicinato fuori dai centri storici: anche per loro le attività commerciali rimarranno aperte la domenica.

Eccezioni a macchia di leopardo per le zone turistiche: le località di montagna potranno utilizzare le 26 aperture domenicali nei mesi invernali, quelle balneari, al contrario, nei mesi caldi. Nei comuni fino a 10 mila abitanti invece saranno aperti i negozi fino a 150 metri quadrati, in quelli con più di 10 mila abitanti potranno restare aperti i negozi fino a 250 metri quadrati. Sempre aperti rivendite di generi di monopolio, parchi di divertimento, cinema e centri sportivi. Infine, nessun vincolo per alberghi, giornalai, pasticcerie, rosticcerie, gelaterie, fiorai, librerie, negozi di mobili, dischi, antiquari e chi vende souvenir e prodotti di antiquariato. Insomma la domenica, prima di uscire per compere, meglio verificare.

Multe per chi non si adegua

Infine, per chi non rispetterà i nuovi obblighi, ci saranno multe salate: da 10mila a 60mila euro che raddoppiano in caso di recidiva. I proventi serviranno a combattere gli abusivi e contribuiranno al decoro urbano.

Negozi aperti domenica, Codacons boccia la proposta

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La scelta del governo non è vista di buon occhio da Confimprese, Federdistribuzione, Centromarca, secondo le quali, in uno scenario che preannuncia la recessione, si tratta di una scelta che fa fare al commercio un passo indietro nel Paese. In particolare, si è espresso Codacons, al quale non piace affatto il ddl presentato dal M5S. Secondo il presidente dell'associazione, Carlo Rienzi, l'unico risultato che si otterrà sarà l'aumento dell'e-commerce, con «ricadute negative su occupazione e Pil e caos e pesanti discriminazioni tra Comuni». Rienzi parte dai seguenti dati: sono «tra i 12 e i 19 milioni gli italiani che fanno acquisti la domenica, e i giorni festivi rappresentano per loro l'unica occasione per dedicarsi allo shopping e alle compere - dunque - privarli di tale possibilità - evidenzia - attraverso misure che limitano le aperture domenicali, equivale a dirottare gli acquisti dei consumatori verso l'e-commerce che, a differenza dei negozi tradizionali, non subisce alcun vincolo o limitazione». Ed ancora sul disegno di legge «creerà il caos nel settore del commercio e creerà disparità di trattamento inaccettabili a danno dei consumatori a seconda del comune di residenza. Nelle zone turistiche, infatti, gli esercenti potranno scegliere il periodo dell'anno in cui rimanere aperti (inverno in montagna, estate al mare), mentre i comuni con più di 10mila abitanti saranno avvantaggiati rispetto ai piccoli centri, potendo mantenere aperti la domenica i negozi fino a 250 mq». Ma non solo, le discriminazioni riguardano anche il settore delle merci: pasticcerie, rosticcerie, gelaterie, fiorai, librerie e negozi di souvenir «potranno rimanere aperti a danno di tutti gli altri esercizi che non godranno di analoghe deroghe».

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Foto: 123rf.com
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