Elezioni forensi, il limite stabilito potrebbe essere superato da una modifica al dl Semplificazioni, che rinvierebbe il regime della ineleggibilità in modo da concedere una proroga per le elezioni imminenti

di Gabriella Lax - Via il limite al doppio mandato nelle elezioni dei consigli degli ordini circondariali forensi. A pensarci ci sarebbe un emendamento al decreto semplificazioni presto in discussione al Senato per la conversione in legge, che cambierebbe le disposizioni sulla elezione dei componenti dei consigli suddetti e il limite del doppio mandato così come stabilito dalla Cassazione a Sezioni Unite con la pronuncia di metà dicembre scorso.

Elezioni forensi, l'emendamento sul limite del doppio mandato

Secondo la sentenza n. 32781/2018 con cui si era espressa la Cassazione a Sezioni Unite, (leggi Elezioni forensi: avvocati alle prese con il limite del doppio mandato) i consiglieri degli ordini circondariali forensi non sono eleggibili qualora abbiano già espletato due mandati consecutivi (esclusi quelli di durata inferiore al biennio) come componenti dei Consigli dell'ordine.

La marcia indietro del Governo potrebbe concretizzarsi nella volontà, espressa dal sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone, di una modifica che rinvierebbe il regime della ineleggibilità dei consiglieri dei Consigli degli ordini circondariali forensi che abbiano già espletato due mandati consecutivi, in modo da concedere una proroga per le elezioni che si stanno svolgendo proprio in questi giorni, operando di seguito con un correttivo legislativo sulla relativa disposizione.

Intanto alcuni COA (come quello di Bologna) del territorio, impegnati nelle elezioni in vista della scadenza dei precedenti Consigli, stanno autonomamente decidendo di rinviare a febbraio le elezioni.

Di fronte a questo caos, è spuntato nelle scorse ore il testo dell'emendamento al decreto legge semplificazioni che di fatto sterilizzerebbe la pronuncia degli Ermellini. Secondo il testo i 2 mandati esecutivi ai fini dell'ineleggibilità sarebbero soltanto quelli "svolti a seguito di elezioni celebrate ai sensi della legge n. 247/2012 o della n. 113/2017 e durati più di due anni". In sostanza, una soluzione che consentirebbe lo svolgimento del voto scongiurando la stretta sull'ineleggibilità. E che tuttavia è stata subito contestata dalle associazioni forensi in primis.

Eliminazione del limite del doppio mandato, Anf contraria

Dal Parlamento il senatore di Fratelli d'Italia Antonio Iannone, rivolgendo un'interrogazione al ministro Alfonso Bonafede, ha domandato quali iniziative intende prendere per scongiurare un contenzioso elettorale e, contemporaneamente, favorire l'avvicendamento nei consigli forensi. Ma sono le associazioni forensi a non aver gradito quello che finora sembra un tentativo di dietrofront. Secondo quanto dichiarato dal segretario generale dell'Associazione nazionale forense (Anf), Luigi Pansini: «Il testo che circola in queste ore, accompagnato da un comunicato stampa di esponenti appartenenti a Forza Italia, è un colpo di spugna a quanto giustamente deciso recentemente dai giudici di piazza Cavour e un regalo confezionato ad arte per una 'casta', una élite e centri di potere che da tantissimi anni coagulano intorno a se interessi e voti, e che potrebbero continuare a farlo. Ci auguriamo che il ministro della Giustizia Bonafede non si schieri al fianco di determinate forze auto conservatrici - e poi aggiunge - la decisione della Corte di Cassazione non ha bisogno di alcuna ulteriore interpretazione essendo assai chiare le motivazioni e la ricostruzione giuridica che hanno indotto la corte di legittimità a ritenere che il limite del doppio mandato opera anche con riferimento ai mandati svolti nel periodo precedente l'entrata in vigore della legge professionale forense n. 247 del 31 dicembre 2012».

Ed infine, conclude «Gli avvocati italiani sono ancora parte importante del tessuto sociale, economico e culturale del Paese, ma la governance dell'Avvocatura ha bisogno di pluralismo, alternanza e rimescolamento rifuggendo a tendenze di casta. L'Avvocatura istituzionale a livello circondariale, con iniziative autoreferenziali, e a livello nazionale, con il silenzio interessato del Consiglio nazionale Forense, non si sta distinguendo in maniera brillante; confidiamo che il governo non le fornisca l'occasione per l'ennesima clamorosa brutta figura».


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