Il decreto che disciplina reddito di cittadinanza e quota 100 prevede, tra le varie misure, la pace contributiva, ovvero il riscatto dei contributi

di Annamaria Villafrate - Tra le novità della bozza del decreto su reddito di cittadinanza e pensione quota 100 c'è anche la pace contributiva, ovvero la possibilità di riscattare i contributi non versati per i quali non esisteva l'obbligo di versamento, sia per i lavoratori dipendenti che per gli autonomi e i collaboratori coordinati e continuativi. L'onere può essere sostenuto anche ratealmente dal datore convertendo i premi di produzione, pagando fino a 60 rate di importo non inferiore a 30 euro. Il riscatto però è previsto solo per i lavoratori la cui pensione verrà calcolata con il metodo contributivo.

Vediamo nel dettaglio cosa prevede il provvedimento in via di approvazione dal Consiglio dei Ministri:

Pace contributiva: cos'è

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Come recita il comma 1 dell'art. 20 della bozza del decreto che disciplina reddito di cittadinanza e pensione quota 100, in via sperimentale, per il periodo compreso 2019-2021 gli iscritti:

  • all'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità e la vecchiaia dei lavori dipendenti, comprese le forme sostitutive ed esclusive della stessa;
  • alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi,
  • alla gestione separata di cui all'art. 2, comma 26 della legge n. 335/1995 per i soggetti che esercitano per professione abituale, anche se non esclusiva, attività di lavoro autonomo, nonché i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;

che non hanno ancora maturato al 31 dicembre 1995 l'anzianità contributiva e che non sono già titolari di pensione, possono riscattare totalmente o parzialmente i periodi di vuoto contributivo per i quali non esisteva l'obbligo del relativo versamento, compresi tra la data della prima iscrizione e quello dell'ultimo contributo accreditato.

Riscatto contributi più facile

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In questo modo chi ha una carriera incostante e quindi versamenti contributivi discontinui potrà colmare i buchi fino al limite massimo di cinque anni, non necessariamente continuativi.

Riscatto contributivo: chi ne ha diritto e come fare

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Il riscatto riguarda solo coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il primo gennaio 1996, ovvero chi avrà la pensione calcolata esclusivamente con il sistema contributivo, al fine evidentemente di compensare il vantaggio derivante dal calcolo della pensione con il sistema retributivo.

La norma prevede che il diritto possa essere esercitato su domanda:

  • dell'assicurato;
  • dei superstiti;
  • dei parenti e affini entro il secondo grado.

Riscatto contributivo: i versamenti

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L'onere del riscatto può essere sostenuto dal datore di lavoro, convertendo i premi di produzione spettanti al lavoratore. Il versamento potrà essere effettuato in un'unica soluzione o in 60 rate mensili di importo non inferiore a 30,00 euro ciascuna, senza interessi. Il pagamento in forma rateale non è possibile tuttavia se:

  • i contributi del riscatto devono essere impiegati per la liquidazione immediata della pensione diretta o indiretta;
  • i contributi sono determinanti ai fini dell'accoglimento della domanda di autorizzazione al versamento volontario.

L'onere del riscatto infine è detraibile dall'Irpef nella misura del 50% per 5 anni in rate di pari importo.

Leggi anche Pensioni quota 100: il testo del decreto


Foto: 123rf.com
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