Le monetine della Fontana di Trevi solo nel 2016 hanno fruttato oltre un milione e mezzo di euro. Soldi finora dati alla Caritas per le opere pie sul territorio ma presto tutto potrebbe cambiare

di Gabriella Lax - La monetina si lancia, girandole le spalle, nella speranza di poter tornare a Roma, città d'arte, di storia e di antica bellezza. Vi siete mai chiesti che fine fanno le monetine gettate nella Fontana di Trevi? Il bellissimo monumento "venduto" in una celebre pellicola "Totò truffa", e che ha visto il bagno epocale dell'Anitona (Anita Ekberg), grazie a questa storica usanza frutta un bel po' di soldini. Solo nel 2016 il guadagno, monetina dopo monetina, è stato di più di un milione e 500mila euro. Soldi che sono serviti alla Caritas per le opere pie sul territorio. Adesso il Comune di Roma vuole cambiare le carte in tavola. Non subito però.

Fontana di Trevi, come nasce l'usanza di gettare la monetina?

Si deve all'archeologo Wolfgang Helbig nel 1800, l'inizio della tradizione del lancio della monetina: tanti suoi colleghi lasciavano a malincuore la Città eterna e l'idea del lancio della monetina (che la tradizione vuole rigorosamente antica) era una sorta di scaramanzia, una piccola magia augurale per tornare a Roma. In realtà ci sono tre motivi per cui si lancia la monetina nella storica fontana: il primo è quello più conosciuto, farvi ritorno; il secondo per far trovare l'anima gemella a chi in amore è nato sotto una cattiva stella, ed il terzo, per realizzare il sogno di sposarsi.

Dalla Caritas alle casse del comune il passo è breve?

Finora, il guadagno fruttato dal celebre monumento realizzato, con la maestosa vasca, da Nicola Salvi e Giuseppe Pannini nel 1762, è servito a finanziare la Caritas ovvero a dare un pasto caldo ed un rifugio ai senzatetto e ad aiutare famiglie e persone in stato di disagio e di bisogno. Tutto questo potrebbe finire, come chiarisce il Corriere, in base ad una memoria della giunta capitolina firmata ad ottobre 2017 da Luca Bergamo, vicesindaco, e Laura Baldassarre, assessore alla Comunità solidale e Scuola, i soldi dei turisti dovrebbero finire al Comune ma (sempre per rimanere in tema) per finanziare «progetti di assistenza e solidarietà».

Una decisione non ben digerita dalla Caritas che però può tirare un respiro di sollievo dopo un dietrofront strategico del sindaco Virginia Raggi. L'accordo tra Caritas e Comune è stato rinnovato e sarà in vigore fino al 31 dicembre 2018. Proprio a Roma il lavoro della Caritas è capillare: si va dalle mense per i poveri, ai rifugi per i senzatetto, assistenza sanitaria e domiciliare, centri di ascolto e formazione professionale per i senza lavoro, collegandosi alle comunità parrocchiali che sono il primo collegamento con i territori.

Si pensi inoltre che, grazie al denaro della Fontana, a Roma, come in altre realtà italiane, da oltre dieci anni è stato avviato un "Emporio della solidarietà", un supermercato gratuito in cui le famiglie indigenti possono fare la spesa senza pagare.


Foto: 123rf.com
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