La riforma Lorenzin ha inserito nel novero delle circostanze aggravanti comuni l'aver commesso il fatto, nei delitti non colposi, in strutture sanitarie, sociosanitarie o socio-educative

di Valeria Zeppilli - Il personale che lavora in strutture sanitarie o sociosanitarie residenziali o semiresidenziali e che commette in danno dei soggetti lì ricoverati un delitto non colposo, pone in essere una condotta che, oggi, fa scattare una nuova circostanza aggravante.

La riforma Lorenzin

Con la riforma Lorenzin di cui alla legge numero 3/2018, infatti, l'articolo 61 del codice penale è stato corredato di un nuovo numero, l'11-sexies, che inserisce tra le circostanze aggravanti comuni anche "l'avere, nei delitti non colposi, commesso il fatto in danno di persone ricoverate presso strutture sanitarie o presso strutture sociosanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, ovvero presso strutture socio-educative".

Abusi su anziani e disabili

Sostanzialmente, si va a introdurre un importante strumento per disincentivare il comportamento abusivo (troppo spesso raccontato dalla cronaca e portato nelle aule di giustizia) del personale infermieristico, medico o ausiliario commesso in danno soprattutto di anziani e disabili e, in generale, sui soggetti ricoverati.

La lotta contro un tal genere di abusi passa quindi dal prevedere che gli stessi aggravino il reato, quando non se sono elementi costitutivi o circostanze aggravanti speciali.

Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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