L'adottabilità prescinde dallo stato di abbandono se mamma e papà sono incapaci di comprendere i bisogni emotivo-affettivi e pratici della minore

di Valeria Zeppilli - La Corte di cassazione ha emanato una sentenza che sta scuotendo l'opinione pubblica e che di certo sarà al centro di accesi dibattiti per non poco tempo: si tratta della pronuncia numero 3594/2018 (qui sotto allegata), nella quale si afferma sostanzialmente che, se i genitori biologici sono molto anziani e per vari motivi inadeguati, il figlio può essere portato via alla famiglia di origine anche a prescindere dallo stato di abbandono.

Incapacità di comprendere i bisogni del minore

I giudici hanno infatti confermato la decisione della Corte di appello circa l'adottabilità di una bambina, nonostante i genitori non presentassero caratteristiche di emarginazione sociale, culturale ed economica e avessero tenuto un comportamento collaborativo con le indicazioni provenienti dai responsabili dei servizi territoriali.

I genitori-nonni sono stati ritenuti privi dell'idoneità genitoriale in ragione di una "complessiva incapacità non emendabile di comprendere quali siano i bisogni emotivo-affettivi e pratici della minore". Il padre, in particolare, risultava del tutto dipendente dalla moglie; la madre, invece, risultava "chiusa in un processo narcisistico" e incapace di percepire la minore come un investimento affettivo.

Così, la decisione di togliere la figlia al padre e alla madre si è incentrata sia sul binomio tra un episodio di breve abbandono della piccola e l'età dei ricorrenti, sia su una serie di ulteriori elementi che hanno determinato i giudici a confermare l'adottabilità pur in assenza di una condizione di abbandono.

Le critiche dei matrimonialisti

Molte le critiche alla pronuncia della Cassazione. Tra queste quella dell'associazione degli avvocati matrimonialisti italiani che ha subito lanciato l'allarme, trasmettendo una nota con la quale il suo presidente, Gian Ettore Gassani, ha rilevato che se è vero che la sentenza tutela la bimba "inserendola in un contesto familiare di genitori adottivi secondo i giudici più giovani e dunque più idonei", è anche vero che con essa i giudici hanno violato "un principio naturale e giuridico che è la salvaguardia del legame con la propria famiglia d'origine".

Solo le lungaggini burocratiche del processo minorile hanno fatto sì che la piccola si legasse ai genitori ai quali era stata nel frattempo affidata mentre, per Gassani, "tutte le altre valutazioni in merito a capacità genitoriali, all'età non giovanissima e quant'altro (parliamo di una coppia di persone innocenti), non possono essere accettabili per una decisione di tale peso".

Corte di cassazione testo sentenza numero 3594/2018
Valeria Zeppilli

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