Dal 10 ottobre entra in vigore il decreto che riporta in auge una pratica molto diffusa in Italia negli anni '80 e incentivata in molti paesi europei

di Marina Crisafi - In Italia torna il vuoto a rendere, una pratica molto diffusa fino agli anni '80 del secolo scorso, che consisteva, in sostanza nel restituire le bottiglie ai bottegai sotto casa. Oggi, la pratica è stata riportata in auge dal decreto n. 142/2017 del ministero dell'Ambiente pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale (sotto allegato) che reintroduce, in via sperimentale il "sistema di restituzione di specifiche tipologie di imballaggi destinati all'uso alimentare".

Il decreto che sarà in vigore dal prossimo 10 ottobre, è attuativo della misura contenuta nel c.d. Collegato Ambientale e mira alla sensibilizzazione dei consumatori sull'importanza del riciclo e del riutilizzo dei rifiuti da imballaggio monouso (in plastica, vetro e altri materiali) in modo da diminuire la produzione degli scarti (visto che le bottiglie potranno essere riutilizzate oltre 10 volte prima di diventare rifiuti).

Galletti: pratica che aiuta l'ambiente e fa risparmiare soldi

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'Un paese proiettato nell'economia circolare come l'Italia - ha affermato il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti - non può che guardare con interesse a una pratica come il vuoto a rendere, già diffusa con successo in altri Paesi". Questo provvedimento - ha aggiunto il ministro - dà una possibilità a consumatori e imprese di scoprire una buona pratica che aiuta l'ambiente, produce meno rifiuti e fa risparmiare soldi'.

Vuoto a rendere: come funziona

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Il provvedimento introduce su base volontaria per un anno il sistema di restituzione delle bottiglie, inizialmente solo di acqua minerale e birra "serviti al pubblico" di volume compreso tra 0,20 e 1,5 litri.

Un simbolo, all'ingresso del bar, ristorante, hotel, villaggio o altro punto di consumo, distinguerà gli esercenti che hanno scelto volontariamente di aderire all'iniziativa. I distributori e i produttori di bevande informeranno gli esercenti sulle birre o acque minerali commercializzate in imballaggi riutilizzabili e garantiranno la restituzione dell'imballaggio stesso. Le modalità operative per la gestione degli imballaggi vuoti e i tempi di ritiro e restituzione saranno concordati tra gli esercenti e gli altri operatori.

Chi ha aderito ha diritto alla restituzione della cauzione versata contestualmente all'acquisto dell'imballaggio riutilizzabile. Il valore unitario della cauzione è proporzionale all'imballaggio ed è compreso tra 0,05 e 0,3 euro.

L'importo della cauzione, dispone il decreto, "in nessun caso comporta un aumento del prezzo di acquisto per il consumatore e rimane invariato in tutte le fasi di commercializzazione della filiera".

Il monitoraggio

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Altro obiettivo del decreto, mediante il monitoraggio dallo stesso previsto, è quello di valutare la fattibilità del sistema di vuoto a rendere in modo da confermarlo al termine del periodo di sperimentazione annuale, ovvero di estenderlo ad altre tipologie di prodotti.

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Decreto Ministero Ambiente n. 142/2017

Foto: 123rf.com
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