Il social network ha pubblicato le nuove linee guida riguardo agli annunci pubblicitari e agli articoli prodotti da testate giornalistiche ed editori

di Gabriella Lax - Via la pubblicità da Facebook per le pagine che incitano a odio, violenza e discriminazione. Sono state pubblicate, infatti, dal social network le nuove linee guida riguardo gli annunci pubblicitari e gli articoli sponsorizzati, insieme agli articoli prodotti da testate giornalistiche ed editori.

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Facebook dice addio alle pubblicità che incitano all'odio

«Non c'è posto per l'odio nella nostra comunità - così aveva scritto il creatore di FB, Mark Zuckerberg, un mese fa sulla sua pagina ufficiale - ecco perché cancelliamo qualsiasi post che promuova o celebri crimini d'odio o atti di terrorismo». Violenze e razzismo da eliminare dal social ed infatti spiegava ancora «Stiamo guardando la situazione da vicino e censureremo qualsiasi conversazione e post che promuovano violenze fisiche. Non saremo sempre perfetti, ma avete la mia parola che continueremo a lavorare per far sì che Facebook

sia un posto in cui chiunque possa sentirsi al sicuro». Insomma «È importante che Facebook rimanga un posto in cui persone con diversi punti di vista possano condividere le proprie idee. Il dibattito è parte di una società sana, ma quando qualcuno prova a zittire o ad attaccare un altro basandosi su chi sia o su chi crede che possa essere, questo colpisce tutti noi ed è inaccettabile».

Sospensione anche per i contenuti che trattano disastri naturali e crimini di guerra

Da queste premesse alla novità sul social il passo è breve. Zuckerberg, in un post chiarisce quali saranno le nuove linee guida sugli annunci pubblicitari e gli articoli sponsorizzati: Facebook può sospendere i pagamenti relativi ai contenuti che incitano alla violenza, odio, razzismo e pornografia e i post relativi a stili di vita che prevedono uso di droga o che trattano tematiche legate a disastri naturali e a crimini di guerra.

Proprio quest'ultimo limite è quello che preoccupa di più gli editori.

In particolare, i contenuti relativi a « tragedie del mondo reale, tra cui, ma non solo, le descrizioni di morte, vittime, lesioni fisiche, anche se l'intenzione è quella di promuovere la consapevolezza o l'istruzione». Non c'è da gridare allo scandalo secondo un portavoce di Facebook, si tratta di direttive generali, ma le voci saranno visionate caso per caso, di volta in volta.

Resta la guerra dichiarata alle fake news. Nelle nuove regole, Facebook ha deciso di monetizzare solo quei contenuti prodotti da account ed editori «che hanno una presenza autentica e consolidata e con una pagina o un profilo aperti da almeno un mese».

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Foto: 123rf.com
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