L'appuntamento per gli ordini forensi dei sette Paesi è a Roma il prossimo 14 settembre

di Gabriella Lax - È iniziato il countdown per il G7 dell'Avvocatura, un evento senza precedenti, in programma a Roma, il prossimo 14 settembre che vedrà riuniti i rappresentanti degli ordini forensi di Germania, Francia, Usa, Canada, Giappone, Gran Bretagna e Italia. Un appuntamento sotto gli auspici della presidenza italiana del G7 che, come annunciato settimane addietro, registrerà le presenze dei massimi esperti di diritto e comunicazione, del ministro della Giustizia Andrea Orlando, del presidente della Camera Laura Boldrini, del presidente della Corte costituzionale Paolo Grosso, del ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli.

G7 dell'Avvocatura, i temi

Tutela della persona, sicurezza e linguaggio dell'odio, sono le tematiche da dibattere, come annunciato sul sito del Consiglio nazionale forense dal presidente Andrea Mascherin. Dunque "approvare una raccomandazione che indichi soluzioni ai problemi legati all'uso dei social network e che promuova una strategia di contrasto al linguaggio dell'odio".

Obiettivi del G7 degli avvocati

L'incontro tra i rappresentanti forensi dei maggiori Paesi, come evidenzia il sito del Cnf, è un'occasione unica per «concorrere a rafforzare una strategia sovranazionale che, tra rispetto dei diritti Costituzionali ed esigenze di tutela del diritto di espressione, del diritto all'anonimato e alla privacy, consenta di contrastare le minacce alla dignità personale e alla sicurezza, derivanti dalle false informazioni e dall'incitamento all'odio, alla discriminazione razziale, religiosa e di genere».

Un tavolo in cui trattare «dell'educazione alla legalità, come elemento fondante della cittadinanza responsabile, mettendo a confronto l'esperienza dei 7 Paesi nell'adozione di strumenti e metodologie innovative per la formazione di competenze legate ai valori della convivenza civile nell'era delle tecnologie digitali di comunicazione».

In particolare la raccomandazione dovrà riaffermare «il ruolo sociale delle avvocature internazionali nella costruzione di una cittadinanza globale, in cui vengano salvaguardati il diritto costituzionale

alla libertà di opinione e la tutela della dignità umana e della sicurezza dei cittadini». Essendo un documento sottoscritto non da soggetti governativi ma dai vertici della professione forense, la raccomandazione non sancirà divieti o ingiunzioni nel confronti dei colossi del web o favorire censure, magari automatiche, di contenuti violenti o che incitano all'odio, piuttosto potrà innaffiare il terreno fertile per nuove consapevolezze sulla rete. Per Mascherin, come riporta Il Dubbio, «Sui social media si concentra un grande potere» tuttavia «possiamo essere certi che sarà il sapere giuridico a pacificare il mondo della comunicazione. Noi avvocati saremo protagonisti di questo processo, e se l'equilibrio sociale passa anche per i social network, vorrà dire che attraverseremo questo sentiero».


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