Il lavoratore potrà autocertificare il proprio malessere. La novità è prevista dal ddl all'esame del Senato sostenuto dai camici bianchi

di Marina Crisafi - Niente certificato medico per i primi tre giorni di malattia. Basterà l'autocertificazione del lavoratore stesso. Che analizzerà il proprio malessere e deciderà da solo se stare a casa giustificandosi autonomamente col datore di lavoro. È quanto prevede il disegno di legge, a prima firma Maurizio Romani (senatore Gruppo Misto), appoggiato dai camici bianchi e già assegnato alla commissione Affari Costituzionali del Senato per l'esame.

Autocertificare la malattia: il contenuto del ddl

Le norme vigenti prevedono che nei casi di assenza per malattia, competa al medico (o alla struttura sanitaria) rilasciare e inviare la certificazione medica telematicamente all'Inps a partire dal primo giorno. La certificazione deve attestare lo stato di salute del dipendente sulla base di dati clinici constatati direttamente ovvero oggettivamente documentati. In caso di violazioni, la legge prevede forti sanzioni sia per il lavoratore che per il medico, con multe da 400 a 1.600 euro e carcere da uno a cinque anni.

Il disegno di legge, ora, introduce invece la possibilità, in presenza di un disturbo invalidante ma passeggero, che sia il lavoratore stesso, sotto la propria esclusiva responsabilità, a comunicarlo al medico, che farà semplicemente da tramite per la trasmissione telematica all'Inps e al datore di lavoro dell'autodichiarazione del dipendente. Maglie larghe insomma, perché, per Romani e gli altri firmatari del testo, i sintomi di un malessere generale e passeggero sono difficilmente verificabili sul piano clinico e si basano sulla fiducia tra il medico e il paziente. Inoltre, il testo, incide, sulle pene per i medici, ridimensionandole.

L'appoggio dei camici bianchi

Il ddl riceve il sostegno dei camici bianchi, i cui appelli non sono rimasti inascoltati, visto che il ddl Romani è stato assegnato alla Commissione Affari costituzionali del Senato per l'esame.

Quella di "autogiustificare i primi tre giorni di assenza per malattia dal lavoro - è una proposta che la Fnomceo - porta avanti da quattro anni" scrive la stessa Federazione degli Ordini dei Medici, che "ha dato mandato alla presidente Chersevani e a tutto il Comitato centrale di sollecitare una revisione, in tal senso, della legge Brunetta".

Vivo apprezzamento e sostegno al ddl dunque da parte dei camici bianchi, sottolinea Maurizio Scassola, vicepresidente della Federazione, perché "ci sono disturbi, come il mal di testa o lievi gastroenteriti, la cui diagnosi non può che essere fatta sulla base di sintomi clinicamente non obiettivabili. Il medico, in questi casi, deve limitarsi, all'interno del rapporto di fiducia che lo lega al paziente, a prendere atto di quanto lamentato". Per cui, "riteniamo - scrive ancora Scassola - che un'auto-attestazione potrebbe essere utile, prima ancora che a sollevare il medico, a responsabilizzare il paziente, come del resto già avviene, con ottimi risultati, in molti Paesi anglosassoni".

La replica di Confindustria

Ma la semplificazione in quest'ottica, è il parere di Confindustria, potrebbe portare ad una realtà diversa, dati i numerosi casi di furbetti del cartellino. Si tratta dell'ennesimo "provvedimento che va nella direzione contraria di quanto sarebbe necessario per aumentare il livello della produttività del lavoro" afferma infatti il vice presidente Maurizio Stirpe, sostenendo che la misura sembra "destinata ad accrescere il livello di assenteismo alimentando la cultura della furbizia del paese".


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